Gli assi nel mazzo del Giro d’Italia 2015 sono quattro, proprio come quelli delle carte: il poker di favoriti della vigilia per il successo finale, infatti, comprende i nomi di Contador, Porte, Aru e Uran, tutti focalizzati sull’obiettivo della maglia rosa finale. La sfida avrà inizio domani, con la cronometro a squadre che inaugurerà l’edizione numero 98 del Giro.
Dei quattro pretendenti alla corsa rosa, ce n’è uno che può essere considerato il punto di riferimento, colui al quale guarderanno tutti gli altri: si tratta naturalmente dello spagnolo Alberto Contador. Nonostante non sia più quello di qualche anno fa e l’età si faccia sentire, “El Pistolero” resta il corridore più quotato. Per lui parla innanzitutto il palmares: ha vinto tutte le grandi corse a tappe, e due volte il Giro (uno nel 2008 e l’altro, che gli è stato revocato, nel 2011). È un animale da grandi giri, capace di dare il meglio di sé lungo le tre settimane di gara. Reduce dalla vittoria lo scorso settembre alla Vuelta, ha minor brillantezza a cronometro ma resta fortissimo in salita; compensa con l’esperienza – e un fiuto tattico che in tanti gli invidiano – ciò che ha perso con gli anni. Su Contador grava però un’incognita: il campione iberico, infatti, ha deciso quest’anno di andare all’assalto della doppietta Giro-Tour, che nessuno è stato più in grado di realizzare dopo Pantani nel 1998. Per essere in forma anche a Luglio, potrebbe aver puntato su una preparazione diversa, sacrificando in parte l’esito della corsa a tappe nostrana.
Richie Porte si è imposto all’attenzione generale con la forza dei risultati: il suo avvicinamento al Giro è stato praticamente perfetto, dato che ha vinto tutte le brevi corse a tappe alle quali ha preso parte (ad eccezione del poco significativo “Tour Down Under” a Gennaio). Il banco di prova del Giro del Trentino – corsa propedeutica al Giro d’Italia – ha dato risposte precise: Porte è in ottima forma e in salita va forte; inoltre a cronometro ha dato l’impressione di essere una spanna sopra gli altri e la prova contro il tempo di Valdobbiadene, lunga 60 chilometri, gli sorride e non poco. Sulla carta potrebbe essere considerato alla pari con Contador, ma il corridore australiano ha sempre sofferto la terza settimana, che anche in questa occasione sarà il suo grande punto interrogativo. Il Giro 2015 ci dirà se Porte è un corridore da grandi giri oppure no.
Il rapporto fra il Giro d’Italia e Rigoberto Uran è molto stretto, lo dicono i risultati degli ultimi anni: l’atleta colombiano ha centrato due podi e nell’edizione del 2012 fu il miglior giovane. Grande consistenza e solidità in corsa, tuttavia gli manca sempre qualcosa: in salita non è al livello dei migliori arrampicatori e ciò lo costringe a correre in difesa. La cronometro è il suo punto di forza, ma potrebbe non bastare al cospetto di scattisti come Contador e Aru, e pure resistere alle progressioni di Porte non sembra così semplice. Per ambire al successo finale dovrebbe salire un ulteriore gradino, ma il podio è senza ombra di dubbio alla sua portata. Bisogna aggiungere, poi, che la fortuna non sembra essere dalla sua parte: nel 2013 venne battuto da un Nibali in condizioni eccellenti, nel 2014 da quello che è forse il talento più puro attualmente in circolazione, destinato a fare incetta di grandi giri in futuro, ovvero il connazionale Nairo Quintana.
E veniamo all’unico Italiano c, almeno sulla carta, on ambizioni di podio e vittoria: Fabio Aru. Il corridore sardo ha impressionato lo scorso anno per regolarità e consapevolezza dei propri mezzi, a dispetto della giovane età. Nel 2014 conquistò il podio finale e vinse una tappa, consacrandosi al grande pubblico. Poi andò alla Vuelta e, pur mostrandosi inferiore a Contador, portò a casa due tappe. Parte per la prima volta con i gradi di capitano e c’è curiosità per quello che potrà fare.
Un po’ di incertezza deriva dal suo percorso di avvicinamento alla corsa rosa, quanto meno tribolato: un attacco di dissenteria gli ha impedito di essere alla partenza del Giro del Trentino e nel mese di Aprile ha all’attivo zero giorni di gara. Un periodo di stop che potrebbe costargli qualcosa in termini di brillantezza, soprattutto all’inizio. Aru però si mostra fiducioso e convinto di aver lavorato bene nelle ultime settimane di ritiro sul Sestriere. Punto debole la crono di Valdobbiadene, ma lui si dice tranquillo e per nulla intimorito.
Questo il poker d’assi che cala il Giro d’Italia: difficile immaginare che il vincitore non sia uno di questi quattro nomi.