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Cronaca giro d’Italia 9°tappa: a 37 anni ribalta per l’ex gregario di Contador,

Nella tappa più lunga del Giro d’Italia 2015 (224 chilometri), che ha portato i corridori ad affrontare ben 3 Gran Premi della Montagna, oltre a snodarsi su di un percorso che presentava 4.000 metri di dislivello, a trionfare è stato Tiralongo.

A 37 anni, con una carriera trascorsa a fare da gregario a diversi campioni, il corridore è riuscito a centrare una vittoria importante. La nona tappa, tra i monti del Sannio, ha visto l’Astana ancora una volta grande protagonista, come testimoniato anche dall’ottima gara di Fabio Aru, il capitano, che ha voluto sprintare al traguardo con la maglia rosa Contador, riuscendo a guadagnare 1 secondo in classifica generale. Lo Spagnolo, dal canto suo, sembra aver brillantemente (e, soprattutto, molto velocemente) superato i problemi alla spalla, tenendo sempre sotto controllo la situazione.
Tiralongo ha preso parte ad un gruppo di fuggitivi che ha deciso di animare la tappa, lottando soprattutto contro Tom Slagter. Il drappello era composto da 10 corridori, alcuni dei quali ormai volti noti sulle strade del giro, come Hesjedal e Betancur. I corridori sono scattati già nel corso della prima ora di gara. A settanta chilometri dalla fine è stato Slagter a tentare la fuga solitaria, con l’espero gregario che ha deciso inizialmente di lasciarlo “sfogare” (il tentativo ha portato ad un vantaggio massimo di 2 minuti) per poi andarlo a riprendere sul tratto impegnativo dell’ultima salita. Il ricongiungimento è avvenuto a circa 8 chilometri dall’arrivo. Slagter ha provato a resistere al ritmo implacabile dell’italiano, per poi dover alzare bandiera bianca quando mancavano 4 chilometri. Per Tiralongo si è così materializzata la terza vittoria al Giro d’Italia.
A festeggiare il successo sono stati tutti i compagni di squadra; l’immagine di giornata è stato sicuramente l’abbraccio offerto al suo gregario da Fabio Aru, addirittura in lacrime. Quest’ultimo ha voluto dedicare belle parole a Tiralongo, definendolo:

“Come un fratello o un padre”.

Aru aveva impostato la tappa inviando proprio Tiralongo in avanscoperta, mentre i rivali Porte e Contador si erano limitati a far mantenere un’andatura “di controllo” alle relative squadre di appartenenza. Aru ha provato ad attaccare, avendo Landa come scudiero e riuscendo a fare un’importante selezione all’interno del plotone.
A resistere apparentemente senza problemi al capitano dell’Astana è stato Contador. Anche Porte si è difeso, mentre Uran è stato costretto a mollare. Quando si sono accorti del momento di difficoltà di quest’ultimo Contador e Aru si sono accordati per cercare di “eliminarlo” dalla classifica generale; Porte, invece, ha scelto di non collaborare. Uran è arrivato con oltre due minuti di distacco, una distanza difficile da colmare vista la forza dei rivali.
Aru, negli ultimi metri, ha voluto ricordare a Contador l’intenzione di non voler mollare il giro, scattando dinnanzi a lui e precedendolo sul traguardo, guadagnando 1 secondo che potrebbe fare morale. Da segnalare la sfortuna che sembra voler accompagnare in questo giro proprio l’Iberico. Appena dopo l’arrivo, infatti, è stato urtato da una telecamera, rimediando una botta sull’occhio destro che ha costretto il corridore a fare ricorso alla borsa del ghiaccio.

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