Le mani della mafia sul calcio italiano. Nuova inchiesta su partite pilotate nelle leghe minori e 50 arresti
Una nuova inchiesta relativa al “calcio scommesse” rischia di mettere ancora una volta in crisi il mondo del calcio italiano.
In questa occasione ad essere coinvolte sono partite di formazioni di serie D e della Lega Pro. L’operazione è condotta dalla Polizia di Stato, ed è stata denominata “Dirty Soccer“. L’operazione, che è coordinata dalla Dia di Catanzaro, è iniziata nella notte scorsa, ed al momento risultano arrestate almeno 50 persone, tra le quali oltre agli organizzatori delle scommesse illecite anche calciatori e dirigenti di varie società.
La mappa delle squadre coinvolte è molto ampia e copre quasi tutto il territorio italiano. Le perquisizioni e gli arresti operati dalla Polizia di Stato, sono state eseguite in 21 province nelle regioni Calabria, Abruzzo, Puglia, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche e Liguria.
Le perquisizioni sono ancora in atto, ed un primo punto della situazione è stato fatto in mattinata alle 11.00 nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la questura della città calabrese nella quale ha preso il via l’inchiesta. Da quanto è emerso sino a questo momento, le organizzazioni criminali che reggevano le fila di questo nuovo “calcio scommesse”, erano due ed entrambe riuscivano ad indirizzare dove voluto i risultati delle varie partite, sia della Lega Pro che della serie D. Nei confronti degli arrestati è stato posto un capo d’accusa di “associazione a delinquere”, con fini di frode sportiva, capo d’accusa aggravato anche dall’associazione mafiosa.
Le partite che sono state oggetto di “combine” da parte delle bande criminali e di chi si era prestato al gioco, sono molte decine, ed al momento le società coinvolte nel giro sono 30, tra le quali Pro Patria, Sorrento, Brindisi, Torres, Barletta, Puteolana, Akragas, e Vigor Lamezia.
A dare il via alle indagini della procura di Catanzaro sono stateuna serie di intercettazioni fatte sulle telefonate di un elemento di spicco della ‘ndrangheta calabrese, Pietro Iannazzo. La sua cosca, quella di Lamezia Terme, secondo gli inquirenti è una cosca “d’elite della mafia imprenditrice”. Oltre ad elementi italiani, nell’inchiesta risulterebbero coinvolti anche un agente di polizia ed alcuni stranieri.
Le indagini proseguono e gli investigatori che seguono questa vicenda stanno operando accertamenti non solo a Catanzaro, ma anche in altre province italiane come Cosenza, Bari, Reggio Calabria, Forlì, Napoli, Cesena, Milano, Livorno, Salerno, Ravenna, Avellino, Vicenza, Benevento, Rimini, L’Aquila, Savona, Monza, Pisa ed Ascoli Piceno.
Della notizia della nuova indagine ha parlato anche Renzo Ulivieri, in qualità di presidente dell’Assoallenatori, che ha definito questa situazione “drammatica“, e di assoluta emergenza. Secondo l’ex allenatore bolognese sono necessari maggiori controlli, specialmente nella gestione dei campionati delle leghe minori, dove operano società che, vista la situazione attuale, devono far fronte a situazioni economiche sempre più difficili. Tra le persone che sono state tratte agli arresti il D.S. dell’Aquila, Ercole Di Nicola, che è stato fermato mentre si trovava a Venezia, Fabio di Lauro, un ex calciatore che secondo il pm responsabile dell’indagine è il contatto italiano dei “signori delle scommesse” dell’est Europa, che è molto legato proprio allo stesso Di Nicola, Mauro Ulizio, attualmente dirigente della Pro Patria, ed in passato direttore generale del Monza, e Gianni Califano, attuale D.S. dei lombardi. La società L’Aquila invece non risulta coinvolta direttamente nel calcio scommesse.