Gli accordi di Minsk sembrano essere stati siglati su semplice sabbia. Se negli ultimi mesi avevamo registrato una riduzione degli scontri tra separatisti filorussi e le forze governative ucraine, da qualche ora, invece, gli scontri sono ripresi in tutta la loro drammaticità. A Marinka e Krasnohorivka, sobborghi di Donetsk controllati dalle forze governative, infuria tragicamente la guerra, per scontri che vedono l’impiego di carrarmati ed artiglieria pesante, causando sempre più vittime anche tra i civili.
Con il ritorno alle armi e ad una vera e propria guerra, tornano anche gli attacchi politici: scambi di accuse, avvertimenti da parte degli Stati Uniti, oltre alla ferma volontà da parte del Cremlino di dover fronteggiare le forti provocazioni dell’Ucraina. Un quadro in cui 0 l’Unione Europea non vuole ( o non può,n.d.r.) rimanere a guardare. Infatti nel prossimo consiglio europeo di fine Giugno è prevedibile che vengano comminate alla Russia pesanti sanzioni, che spiegano anche il forte crollo del rublo nelle ultime settimane. Ritorno agli scontri e con esso consueto tragico conteggio di vittime. I separatisti parlano di 15 combattenti uccisi, senza dimenticare le migliaia di minatori intrappolate sotto terra e rimasti senza luce per via di un black out causato dalle numerodeflagrazioni e dall’infuriare dei combattimenti. Un totale provvisorio che arriva a 24 vittime nelle ultime ore e che potrebbe certamente aggravarsi vista la ripresa degli scontri a fuoco. Dopo i numerosi contrasti avvenuti al confine, ora la guerra torna a mostrare il proprio volto più spietato e illogico.
Nella ridda di accuse il governo dell’Ucraina accusa i separatisti di aver lanciato un attacco su larga scala, additando la Russia come sostenitrice di ribelli di Donetsk e Luhansk. Il premieri ucraino Yatsenyuk ribadisce la responsabilità di Putin, reo rea di aver violato ancora una volta gli accordi di Minsk, ordinando ai terroristi di dare il via ad una potente azione militare. La linea del governo statunitense non si è fatta attendere, con un ferma presa di posizione contro la Russia. Come dichiarato dal portavoce del Dipartimento di Stato, Marie Harf, è la Russia ad essere responsabile degli attacchi senza curarsi delle pesanti sanzioni che giorno dopo giorno crescono sempre più. Ma Mosca non ci sta. Accuse respinte con fermezza e il Ministro degli Esteri Lavrov, il quale ha ribadito che chiunque stia cercando di far aggravare la situazione al confine sta solamente impedendo la possibilità di avere progressi nei contatti tra Paesi per cercare di porre fine alle ostilità che da mesi vanno avanti.
In molti temono che la prossima mossa di questo estenuante conflitto possa essere un attacco separatista su Mariupol, il porto più in vista sul Mar d’Azov che darebbe ai ribelli la possibilità di avvicinarsi alla Crimea e creare un ponte con la Federazione Russa. Ma Basurin, portavoce dell’autoproclamata repubblica di Donetsk smentisce tutto, che ha spiegato come il loro non è stato un attacco, ma un voler rimpiazzare gli avversari che hanno lasciato libero un luogo chiave in questo scenario di guerra.
Sicuramente, quel che sembra ormai certo, è che si va verso una proroga delle sanzioni europee nei confronti della Russia fino al prossimo Gennaio. Il consiglio dell’UE che si terrà a fine Giugno darà maggiori lumi su uno scenario che appare sempre più esplosivo, per una situazione dagli esiti drammaticamente imprevedibili.