Sempre più tecnologici e..miopi. Ore e ore su Pc e smartphone e un ragazzo su due vede male
Tra le malattie del secolo, una di queste è senza dubbio la miopia, una patologia che interessa gli occhi e che è sempre più diffusa, soprattutto tra i più piccoli. Poiché si tratta di una malattia che tende a peggiorare col tempo, soffrirne sin dalla più tenera età fa predispone a un aggravamento della miopia in età adulta, soprattutto se non viene diagnosticata e corretta in tempo da un paio di occhiali dalla gradazione adeguata.
A differenza di altri disturbi che interessano l’occhio, la miopia non regredisce, né c’è speranza di guarire senza ricorrere all’intervento laser. Viceversa, bisogna rassegnarsi all’uso degli occhiali per tutta la vita. Ma per quale motivo negli ultimi decenni si sta assistendo a una tale diffusione della miopia? Di certo un tempo non esistevano gli strumenti adeguati per diagnosticarla, ragion per cui era più difficile disporre di statistiche complete. Quel che è certo è che da quando è uso comune controllare la capacità visia delle persone con una certa regolarità– ovvero negli ultimi decenni – la curva della sua diffusione si è impennata decisamente verso l’alto. Quanti ritengono che le nuove tecnologie – ovvero computer, tablet e smartphone – rivestano un ruolo determinante in questo fenomeno, oggi trovano conferma alle loro supposizioni in uno studio scientifico pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista “Ophtalmology“. I ricercatori sono partiti da dati reali e molto allarmanti, dai quali emerge chiaramente come la miopia si stia diffondendo nel Mondo, soprattutto in Europa (a soffrirne sarebbe addirittura un adolescente su due) e in Asia, dove peraltro la diffusione è ancora maggiore, e supera abbondantemente il 50%, raggiungendo picchi vicini all’80%. Sempre stando alle percentuali ufficiali diffuse dai Ministeri della Salute dei vari Paesi, i più colpiti dalla miopia sarebbero i giovani tra i venticinque e i ventinove anni.
Oltre che allo studio sui libri, le cause oggi sarebbero da attribuirsi principalmente a un utilizzo smodato e spesso anche erroneo dei PC, dei tablet e degli smartphone. Il dilagare di questa patologia, infatti, è coinciso con il diffondersi massiccio, in tutti i Paesi e in tutti i ceti sociali, dei nuovissimi dispositivi tecnologici che portano i giovani a stare con gli occhi incollati allo schermo per moltissime ore al giorno. Le conseguenze non sono soltanto mal di testa, sensazione di lieve ansia e affaticamento oculare (in alcuni casi anche irritazioni più o meno fastidiose), ma anche, appunto, la miopia. Chi ne soffre vede bene da vicino e male da lontano: a una certa distanza, infatti, le cose appaiono sfocate, nei casi più gravi e da distanze importanti addirittura non distinguibili. Se la miopia non viene corretta subito con un paio di occhiali della gradazione giusta, lo sforzo che gli occhi fanno per cercare di mettere a fuoco non fa altro che aggravare sensibilmente la situazione.
Il campione analizzato dai ricercatori constava di oltre 60mila volontari, e tutti quanti erano accomunati dalle stesse abitudini relative ai nuovi dispositivi tecnologici. La ricerca trova d’accordo anche il direttore del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano, il dottor Lucio Buratto, il quale è convinto che le cause scatenanti la miopia non risiedono esclusivamente nell’ereditarietà della malattia, fattore coumuneuq importante, ma anche negli stili di vita adottati da chi ne soffre o che comunque presenta una predisposizione familiare a sviluppare la malattia. In particolar modo è dannoso passare molto tempo facendo la stessa cosa, ovvero tenendo gli occhi fissi su un libro o sullo schermo del pc per molte ore di fila, senza dare la possibilità all’occhio di riposarsi.
Sotto accusa, anche l’eccessiva vicinanza degli occhi allo schermo e l’utilizzo della luce artificiale, quando si dovrebbe cercare di sfruttare il più possibile quella naturale.