Truppe americane in Iraq. Obama invia 450 militari per aiutare le truppe regolari nella guerra all’Isis
Su richiesta dell’Iraq, il presidente statunitense, Barack Obama, ha deciso di rafforzare il contingente degli istruttori militari nel paese asiatico, inviando altri militari.
Il fine di questa operazione, che porta ad un totale di 3.100 il numero dei soldati USA presenti in Iraq, è quello di aiutare le truppe locali nella riconquista di Ramadi. Il presidente USA ha tenuto a precisare che i 450 militari inviati sul territorio iracheno non avranno compiti di combattimento, ma opereranno solo in funzione di istruttori. La città di Ramadi è in mano ai miliziani dell’Isis, ed il governo centrale dell’Iraq ha deciso di schierare le sue truppe per riconquistarla.
Prima di prendere questa decisione Obama ha riunito il suo team alla Casa Bianca, e solo dopo una lunga discussione nel merito, è stato deciso l’invio, ma limitando l’azione dei militari americani a ruoli di appoggio e non di combattimento. Alcune fonti statunitense, che sono state citate dai quotidiani, hanno confermato che la città di Ramadi è il primo obiettivo della campagna militare dei governativi iracheni, e che questa campagna verrà sostenuta anche da alcuni clan sunniti della zona, che hanno deciso di cooperare contro l’Isis. Solo successivamente alla riconquista di Ramadi si potrà pensare invece ad una offensiva da portare contro Mosul, la vera e propria “capitale” dello Stato Islamico. I primi compiti dei militari americani saranno quelli di eliminare del tutto la disorganizzazione che esiste all’interno delle truppe irachene, mentre da parte irachena si dovrà provvedere a reclutare nuovi soldati, almeno tremila, per questa campagna.
Nel corso della discussione con il suo team, il presidente USA ha fatto pressione anche verso il Pentagono, in modo che l’istruzione delle truppe irachene sia la più veloce possibile. Resta comunque in molti esperti la convinzione che senza un aiuto “diretto” dei militari americani, la riconquista di Ramadi ed altre operazioni previste non andranno a buon fine. Mentre veniva diffusa questa notizia si è appreso anche che Keith Thomas Broomfield, un cittadino americano che stava combattendo a Kobane, in Siria, a fianco dei guerriglieri dell’YPG, è morto durante lo svolgimento di una battaglia. Nell’area di Kobane da tempo sono in corso degli scontri che impegnano le forze curde contro i miliziani dell’Isis, e sono molti i volontari che arrivano dai paesi occidentali per lottare a fianco dei Curdi. In questi giorni, dopo aver difeso Kobane dagli attacchi dell’Isis, i guerriglieri dell’YPG sono passati a loro volta all’attacco, ed hanno messo nel loro mirino una cittadina ai confini con la Turchia, Tal Abyad.