Si ripresenta l’Isis, con il solito terrificante video, anzi questa volta un collage di filmati, tutti accomunati dallo stesso assurdo epilogo
Anche stavolta l’accusa rivolta alle vittime è quella di essere delle spie mandate dallo Stato Islamico. Pena, la morte per gli ostaggi, rei confessi, volenti o nolenti, come sempre davanti alle telecamere.
Nuove modalità di esecuzione contraddistinguono il nuovo filmato, lungo ben 7 minuti, e come sempre, assecondando la strategia mediatica adottata dagli integralisti islamici, il risultato deve essere ed è agghiacciante.
Il primo passo dei miliziani è sempre la stessa: agli ostaggi viene data una tuta arancione da indossare, con le telecamere ad alta definizione che inquadra ogni momento della macabra vestizione, e da ogni angolazione, muovendosi sapientemente come se maneggiate da una vera e propria troupé di alto livello.
Le prime immagini raccontano di un’esecuzione avvenuta sott’ acqua, dove ben cinque ostaggi muoiono annegati all’interno di una gabbia in metallo, le stesse che i jihadisti usano per addestrare i nuovi adepti, che si scontrano tra loro per diventare dei perfetti killer. Ma non è finita qui.
Il secondo frame si dimostra altrettanto raccapricciante, in quanto i sei detenuti, chiusi all’interno di una vecchia automobile, saltano in aria con un colpo di bazooka sparato da una posizione non troppo lontana vista la potenza dell’arma.
La terza scena di carneficina, è un grande classico degli uomini dell’Isis. Delle piccole cariche di esplosivo sono piazzate al collo dei detenuti in ostaggio, che vengono fatti fuori senza nessuna pietà azionando il dispositivo.
La pazzia dei miliziani sembra non conoscere fine, e le nuove modalità di esecuzione non fanno altro che aumentare il disagio della comunità internazionale di fronte a questa organizzazione, sempre più votata alle barbarie e al rinnegamento di ogni più elementare forma di umanità.