In una quindicesima tappa che non ha riservato cambiamenti nelle prime 10 posizioni della classifica il tedesco Greipel ha ottenuto la sua terza vittoria in volata battendo con una progressione regale Degenkolb, Kristoff e Sagan.
La tappa che si è conclusa a Valence è stata caratterizzata da una fuga che il gruppo ha controllato per poi riprendere i fuggitivi quando mancavano 30 chilometri all’arrivo. Non cambiano leader nemmeno le altre maglie con Froome che oltre alla gialla conserva quella a pois, Sagan che rimane con quella verde e Quintana sempre leader della classifica dei giovani.
L’inglese della Sky ha controllato da par suo la corsa, mettendo al lavoro i compagni di squadra, mentre Nibali ha goduto di una giornata di tranquillità, aspettando le Alpi, che inizieranno dopo il riposo di martedì, per piazzare almeno un colpo in questo Tour de France, visto che la vittoria è ormai sfumata. Anche Quintana, secondo in classifica e Contador, non hanno attaccato la maglia gialla, attendendo occasioni migliori. Nell’arrivo in volata si è distinto come in precedenza il giovane italiano Cimolai, che ha tagliato il traguardo in nona posizione.
La tappa veniva presentata come di trasferimento, ma non era immune comunque da difficoltà, come una salita iniziale che ha favorito la prima fuga di giornata da parte di Purito Rodriguez. Poi lo Spagnolo è stato raggiunto quando erano stati percorsi 37 chilometri di strada ed a quel punto è partita una nuova fuga che comprendeva nove corridori tra i quali Pinot, Bak, Michael Rogers, Sagan, Geschke, Kwiatkowski, Hesjedal, Adam Yates e l’italiano Matteo Trentin.
Nella discesa dopo l’ultimo dei quattro Gpm di giornata, è stato proprio il ciclista italiano a provare a staccare gli altri, ma a quel punto il gruppo aveva nel mirino il gruppetto degli attaccanti e non c’è stata alcuna possibilità per Trentin, che era stato raggiunto anche da Hasjedal, formando così una coppia in testa che ha ceduto le armi quando mancavano 29,5 chilometri al traguardo finale. Dopo il ricongiungimento sono entrate in azione le squadre dei velocisti e nessuno è più riuscito ad evadere dal gruppo che si è presentato quindi compatto alla volata finale.
I soli che sono arrivati in ritardo, accumulando un passivo di oltre 15 minuti sono stati Cavendish, molto atteso in questa tappa ed il francese Peraud che facevano parte di un gruppetto composto da 23 corridori. Per il corridore transalpino sono stati decisivi i postumi della caduta di due giorni prima, che gli hanno causato molto dolore.
Nella volata della quindicesima frazione il battuto è certamente lo slovacco Sagan, che, nonostante i tanti piazzamenti, non riesce a centrare la sua prima vittoria nella Grande Buocle, ma il corridore della Tinkoff Saxo ha comunque mantenuto il comando nella classifica della Maglia Verde grazie anche ai 20 punti conquistati nella volata del traguardo intermedio. Ora si tratta di difenderla dall’attacco di Greipel nella settimana conclusiva, mentre non ci dovrebbero essere inserimenti di altri corridori. Anche Quintana, che insegue al secondo posto, con un distacco forse incolmabile da Froome, dovrebbe essere certo della sua maglia bianca.
Il vincitore del Giro d’Italia dello scorso anno ha infatti circa 7 minuti di vantaggio su Barguil, secondo, e 10 sugli altri. Lotta sicura invece, visti i numerosi colli delle Alpi da scalare, nella classifica della Maglia a Pois, con Froome che precede Purito Rodriguez.
Oggi nella sedicesima tappa che da Bourg de Peage porta sino a Gap dove si arriva dopo 201 chilometri di corsa, si inizia con un tratto ondulato per i primi 50 chilometri, poi si passa al falsopiano ed infine si sale sino al Col de Cabre, con lo striscione posto a 71 chilometri dal traguardo. Il percorso della tappa prosegue poi con varie ondulazioni ed il Col de Manse, seconda arrampicata di giornata che termina quando mancano 12 chilometri al traguardo, dopodichè picchiata verso Gap, con gli ultimi due due chilometri più pedalabili.
Una tappa che, prima del giorno di riposo, potrebbe vedere qualche attacco degli inseguitori di Froome. Dopo l’arrivo di ieri lo stesso corridore britannico ha risposto ai giornalisti sulle velate accuse di doping, dichiarando che al Tour de France ormai non c’è più quella atmosfera di “far west” che si vedeva dieci / quindici anni fa.