Ancora tagli alla sanità: esami e analisi solo se necessari ( o per chi se li può permettere) e multe per i medici dalla prescrizione facile
La Sanità è in continuo mutamento e, soprattutto in questo periodo di crisi, tra tagli e nuove riforme, il quadro appare via via più preoccupante. Le ultime novità in arrivo in materia di salute pubblica, riguardano alcuni esami diagnostici molto importanti come tac ed ecografie.
Un nuovo taglio, questa volta di 2,3 miliardi, ha dato una spinta verso una riorganizzazione che in cinque anni dovrà permettere un recupero di almeno 10 miliardi. Un taglio di vite che riguarderà il 15% delle prestazioni che, sino ad oggi, erano garantite gratuitamente. In soldoni circa 200, tra esami ed analisi e 108 ricoveri, ad essere vivisezionati al fine di compilare una sorta di lista nera, alla cui stesura, oltre che il Ministero della Salute, lavorano altre istituzioni, tra cui l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), ma anche le più tecniche Banca d’Italia, Ragioneria Generale dello Stato e la Consip.
Tutti al lavoro per una razionalizzazione di costi (per chi non la voglia chiamare più semplicemente l’ennesima riduzione di prestazioni per i cittadini, ndr.) che si completerà con il risparmio su ricoveri, personale e diagnostica, con una previsione di 28 milioni di prestazioni in meno ogni anno, sulla base di studi che parlano di analisi ed esami inutili che peserebbero oltre 13 miliardi ogni 12 mesi al servizio sanitario.
Oltre ai test, rimborsati solo in caso di provata malattia o quando necessari per la formulazione della corretta diagnosi o verifica dell’efficacia del trattamento terapeutico, ci saranno tagli e “regole” più stringenti anche per Tac, risonanza magnetica ed ecografie. Tali esami andranno prescritti solo in caso di necessità effettiva a partire dai medici di base che non potranno più fare prescrizioni selvagge.
Proprio per questo, nelle prossime settimane, riceveranno un protocollo sul quale dovranno basare le proprie prescrizioni che dovranno essere strettamente necessarie pena riduzione dello stipendio. Addio alla risonanza al ginocchio per gli over 65, per esempio, o per un semplice mal di schiena.
Anche per le donne in gravidanza arriva un giro di vite come lo stesso Ministro della Salute ha evidenziato qualche tempo fa
“Non è il caso di abbondare in prescrizioni ingiustificate”.
Questo significa che, anche in caso di gravidanza (mezzo milione le donne interessate all’anno), gli esami dovranno essere mirati e conseguenti alle condizioni della donna e del bambino. Tutti gli esami “superflui” saranno a pagamento.
In poche parole gli esami verranno rimborsati, sulla stregua di quanto avviene per i farmaci, in relazione alle condizioni di salute del paziente. Se quest’ultimo soffre di particolari patologie che rendono opportuno un approfondimento, l’esame sarà gratuito, ma se il soggetto non presenta fattori di rischio, il costo del test successivamente sarà imputato al paziente stesso.
Ad esempio le comune analisi per misurare colesterolo e trigliceridi, in caso di ripetizione senza che emergano allarmi specifici, prevederanno che il costo sia a carico del cittadino.
Alla scure dei tagli non verranno risparmiati neppure le degenze, indipendentemente dal reparto interessato. Un paio di giorni in più in corsia si traduce, per le casse dello Stato, in miliardi. Un progetto non nuovo, ma che avrebbe dovuto prevedere servizi di assistenza alternativi e cure domiciliari, tutti pii propositi rimasti carta bianca nella maggioranza delle realtà urbane. Nonostante ciò per molti trattamenti che prevedevano oggi un ricovero, ora l’input di riconversione in day hospital, quando di non erogazione in regime ambulatoriale
Il nuovo taglio permetterà davvero di risparmiare in soldi e tempi di attesa oppure sarà un nuovo pretesto per rendere ancora più precaria una situazione già difficile e allo sbando? I pazienti e i dottori sono già sul piede di guerra, un altro giro di vite inutile?
Speriamo proprio di no visto che si tratta di esami che, spesso, possono salvare la vita e che sempre più si potranno permettere in pochi, per una tutela sanitaria che rischia di cessare di essere un diritto per tramutarsi in un lusso per pochi eletti.