Italia

Immigrati: ancora un naufragio nel Mediterraneo, per una conta che pare non dover mai finire. Oltre 2000 vittime dall’inizio dell’anno

L’ennesima strage registrata non più di qualche ora fa (con un peschereccio ribaltatosi nei pressi delle coste libiche, con un primo sommario bilancio che parla di 25 morti e oltre 200 disperi)  evidenzia ancora una volta un dramma che avviene in questo momento storico, e come tale ci rende un po’ colpevoli tutti, e che  qualcuno finge di non voler vedere.

Stiamo ancora parlando di migranti che lasciano il proprio Paese per sfuggire a guerra, persecuzioni religiose alla ricerca di una vita migliore e, invece, trovano la morte. L’ennesimo barcone rovesciato in mare, l’ennesima tragedia, hanno portato ancora una volta giornali, politici e tv a parlare del problema migrazione, anche se è tale ormai l’abitudine a questo genere di tragedie da averle quasi normalizzate, da far si che, inconsciamente, un po’ le si consideri come una sorta di inevitabile evenienza.
Itayu Virri, il portavoce dell’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni, prende la parola da Ginevra facendo numeri e conti a riguardo parlando di oltre 2.000 migranti morti nel  solo Mediterraneo nel 2015 e di ben  188.000 disperati soccorsi nel nostro mare dall’inizio dell’anno.
Quello che un tempo era la culla della cultura, adesso è diventato un mare di morte e desolazione e si calcola che quest’anno si potrebbe sfondare il muro dei 200.000 già entro la fine di questo mese. Un’ecatombe continua di cui l’Oim continua a parlare stabilendo anche che il Mediterraneo centrale sia “la rotta piu’ letale” e non solo nei mesi estivi, ma sempre quando il bel tempo permetta le partenze.

Le cose, se possibile, potrebbe addirittura peggiorare soprattutto per la situazione in Libia e dopo le nuove minacce dell’Isis. Secondo l’organizzazione, infatti, si parla già di milioni di migranti pronti alla traversata, moltissimi dei quali in direzione dello Stivale per un viaggio che ha causato la morte, ad oggi,  di 1.955 migranti ( e chissà di quanti ignoriamo la sorte)  intenti a  lasciare la Libia e arrivare in Italia. Cifre ancora più tragiche di quelle di 12 mesi fa, quando nello stesso periodo si contavano 1.607 vittime, per un tragico epilogo dell’anno finale che racconterà di 3.279 morti.
Ancora una volta a “far fronte” aquesta situazione è in primis l’Italia che conta 97.000 arrivi, 6.500 in più della vicina Grecia, che però, di contro,  ha fatto registrare “solo” 60 morti tra i migranti partiti alla volta delle coste elleniche..

L’Oim ha spiegato anche che, grazie ai nuovi accordi e le direttive dello scorso Aprile dell’Unione Europea è stato possibile:

“Recuperare molte persone che altrimenti sarebbero morte”.

Resta il fatto che, anche in queste settimane, la tragica conta dei morti ha continuato la propria impennata, molti dei quali, complice il caldo record del 2015, morti di sete o di caldo.
William Lacy Swing, direttore generale dell’Oim, ha dichiarato che si tratta di una situazione inaccettabile nell’era in cui viviamo soprattutto perchè si tratta di persone che scappano da conflitti di guerra, dalla miseria e dalle persecuzioni e trovano la morte proprio alle soglie dell’Europa e dell’illusione di una democrazia, solidarietà e accoglienza, spesso, assenti in Patria e che il nostro continente troppo spesso dimentica di possedere.

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