El Salvador: violenza infinita nel paese centro-americano, 125 i morti in soli 3 giorni
Il bilancio è ad essere riduttivi catastrofico. E così lo stato più piccolo dell’intera regione, l’ El Salvador sembra non conoscere pace. 125 le morti accertate( gran parte dei quali esponenti delle “maras, le associazioni criminali presenti trasversalmente in gran parte del centro-sud America) registrate nell’arco di tempo di soli tre giorni nella nazione del centro America.
Di certo, la popolazione locale sembra ormai quasi abituata a situazioni di tale genere, dato che, parliamo di un lembo di terra etichettato come una delle zone più pericolose al mondo che ora, per via di continue lotte di malavita tra gang del posto, sembra brutalmente risvegliarsi
La notizia tragica è stata resa pubblica nella serata di ieri dalle autorità locali competenti, specificando come nella giornata di domenica le vittime siano state 40, 42 lunedì e 43 nel corso di martedì, per un totale di 125 persone assassinate nell’arco di 48 ore. Questo quanto di preciso dichiarato dall’alto membro della Polizia Nazionale Howard Cotto. A fargli eco Mauricio Ramirez, direttore della polizia civile nazionale, il quale ha sottolineato di come, membri o meno di gang, i morti sono cittadini salvadoregni.
Le dichiarazioni e i commenti al riguardo, anche lato politico non si sono di certo fatti attendere. Secondo il ministro della Giustizia e della Sicurezza dello stato de El Salvador la causa principale di questi continui crimini risiede in conflitti interni dovuti, in particolar modo, alla ripartizione dei territori locali. Ne è consapevole lo stesso Capo dello Stato, l’ex combattente del Fronte di liberazione nazionale, Sanchez Cerén il quale categoricamente ha lanciato un chiaro segnale alle bande criminali, ribadendo come:
“Il mio governo non è disposto a dialogare con questi criminali”.
Eppure prima di questo episodio, diversi erano stati i segnali positivi che potevano lasciar ben sperare per il futuro del piccolo paese centro-americano. Tra la Mara Salvatrucha, conosciuta come MS-13, e il Barrio 18, le gang più potenti che si contendono senza scrupoli il territorio, veri e propri trattati di pace vennero siglati con l’intento di individuare una sorta di tregua con lo stesso Governo.
Una richiesta di dialogo che, evidentemente, la politica del Paese non poteva assecondare e che vide ad Aprire il lancio di una campagna contro le bande armate. Pronta risposta delle gang che, a fine Luglio,onde forzare la mano all’esecutivo, organizzano uno sciopero dei trasporti senza precedenti, per una serrata che ha visto la morte anche di 7 autisti, non piegatesi al diktat dei criminali.
Chiara la strategia delle gang, impegnate a creare disordini nel Paese e una sorta di insicurezza generale, al fine di costringere il Governo a sedersi ad un tavolo, forti anche dei più di 70 mila ( 13 mila dei quali ospitati dalle patrie galere) affiliati alle gang.
Purtroppo la ferma volontà politica sta determinando una guerra che nei soli primi 6 mesi dell’anno ha determinato la morte di 3.332 persone, contro le 2.100 vittime della stagione precedente.