Economia

Buoni pasto: cambia la detassazione, addio spesa al supermercato?

Una nuova norma che è entrata in vigore dal primo luglio scorso potrebbe porre fine all’era del consumo “alternativo” dei buoni pasto. La grande maggioranza dei dipendenti che usufruivano dei buoni pasto, infatti, li usava per fare la spesa nei supermercati che li accettavano. Dallo scorso 1° luglio è entrata in vigore la “defiscalizzazione” dei buoni pasto, fino ad una cifra unitaria di 7 euro, ma con l’utilizzo di quelli elettronici. Fino a quel momento l’esenzione dalla tassazione era fissato a quota 5,29 euro, cifra che è rimasta invariata per quanto riguarda i buoni in forma cartacea.

Il buono pasto distribuito ai dipendenti, è nato per sostituire la presenza della mensa, e nel corso degli anni si è diffuso rapidamente, grazie anche all’esenzione dalla tassazione, in quanto ai sensi del Testo Unico non costituisce reddito. Con l’entrata in vigore del nuovo limite di detassazione si vuole incentivare le aziende ad utilizzare i buoni pasto elettronici, che fino a questo momento sono stati usati in maniera marginale, da circa solo il 15% delle aziende.
Con questo sistema, invece, si rende molto più facile controllare e tracciare la spesa, visto che sono utilizzabili solo tramite apparecchiature provviste di un apposito “pos”, ma si dovranno superare certamente alcuni ostacoli. Ad oggi, infatti, i buoni pasto elettronici sono accettati sono nel 25 % degli esercizi commerciali nei quali è possibile “spendere” i ticket. Questo cambiamento, comporta però  conseguenze negative per i lavoratori che erano ormai abituati ad utilizzare i buoni pasto per effettuare la spesa nei supermercati, in quanto  gli stessi dovranno essere usati singolarmente, non più di uno per ogni giorno lavorativo ( di altro avviso, però, Altroconsumo , che interpretando la normativa secondo una diversa prospettiva, ritiene che le nuove disposizioni non verrebbero ad intaccare la possibilità di utilizzo per l’acquisto di generi alimentari, ndr), ed in caso di superamento della spesa di 7 euro, il resto dovrà essere saldato in contanti.
Resta invece inalterata la fruizione con i buoni pasto cartacei che per adesso continuano ad essere in corso, anche perché sia le aziende emettitrici che quelle che ne consentono l’utilizzo, dovranno adeguarsi al nuovo meccanismo. Da parte del legislatore si spera che con l’aumento della quota fiscalmente esentata le aziende scelgano sempre di più la forma “elettronica”, che fornisce anche una maggiore possibilità di trattativa nei contratti interni.

Certamente, per chi usa attualmente i buoni cartacei per fare la spesa, in un periodo di crisi come quello che l’Italia continua ad attraversare, non sarà felice di trovarsi costretto all’utilizzo singolo del buono pasto, ma per il momento le cose restano invariate, in quanto le aziende hanno necessariamente bisogno di tempo per attrezzarsi  al passaggio alla forma elettronica, e peserà anche la necessità di adeguamento delle attrezzature occorrenti, che potrebbe creare  momenti di confusione, con molti più lavoratori con in mano i buoni pasto elettronici, a fronte di un numero minimo di strutture commerciali che li accettano. Si può quindi presumere che il passaggio  all’utilizzo elettronico avverrà in modo graduale e non repentino. In effetti il passaggio ai buoni pasto elettronici non dovrebbe costituire una novità, visto che anche sui buoni cartacei è stampata la dicitura:

Non sono cedibili, commercializzabili, cumulabili o convertibili in denaro”,

ma la realtà, come ha confermato anche l’Anseb, è che circa 2,5 milioni di dipendenti usano i buoni pasto presso i supermercati che li accettano.

Con la conversione dei buoni pasto al formato elettronico dovrebbe cambiare anche il tempo necessario per i supermercati e per i locali che li accettano per ottenere il pagamento, che attualmente viene fatto a 120 giorni e dovrebbe scendere a 40 una volta che il sistema sarà a regime. Nello stesso tempo i pubblici esercizi si lamentano delle spese di commissione per l’incasso, che in Italia sono molto più alte rispetto a quelle degli altri paesi europei, e questo non varierebbe con l’arrivo dei buoni pasto elettronici, così che una volta attuata completamente, questa manovra sarà andata completamente a gravare sui lavoratori che dalla “compiacenza” dei supermercati sulla cumulabilità dei buoni pasto, traevano un certo qual guadagno, o, forse è meglio dire, un utile strumento per arrivare a fine mese.

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