È scontro feroce Israele-Unesco sulla spianata delle moschee, intanto continuano le vittime
Nuove polemiche tra il governo israeliano e l’Unesco per la gestione della spianata delle Moschee., luogo considerato patrimonio dell’Umanità dal 1981.
Il comitato dell’Unesco,infatti, ha criticato la gestione israeliana del territorio, dichiarando in una risoluzione che il loro modo di operare impedisce l’accesso e la libertà di culto dei Musulmani presenti nel Paese. Un passaggio clou del documento riferiva, infatti, che il Muro del Pianto, essendo attaccato alla Moschea di Al Aqsa dovrebbe essere considerato come parte integrante della Moschea.
Dato che il Muro del Pianto rappresenta uno dei principali simboli per la comunità ebraica, inutile sottolineare, come il testo non sia stato accolto con favore dal governo israeliano, ma al contrario Israele ha accusato senza mezze misure l’Unesco di star tentando di trasformare il conflitto israelo-palestinese in un conflitto tra religione ebraica e musulmani.
La risoluzione ha suscitato molte critiche in tutto il Mondo e anche la stessa direttrice dell’Unesco, Irina Bokova, alla fine, ha deciso di cancellare quel passaggio dalla risoluzione, per evitare il proliferare delle polemiche, contribuendo ad infiammare una situazione che lo è ampiamente già di suo.
Nel frattempo continuano gli scontri a Gerusalemme, dove la notte scorsa i soldati hanno ucciso per errore un Israeliano, scambiandolo per un attentatore.
I nuovi scontri sorti nelle ultime settimane sono state ribattezzate Intifada dei coltelli, proprio perchè alcuni Palestinesi avrebbero attentato alla vita di alcuni Israeliani accoltellandoli e colpendoli con dei sassi.
A distanza di settimane l’intifada dei coltelli continua e alcuni Palestinesi sono stati fermati dalla polizia israeliana per aver accoltellato un Israeliano a Beit Shemesh. L’israeliano sembra essere in buone condizione, mentre uno dei due attentatori è morto a causa dei colpi che gli sono stati sparati dalla polizia, mentre l’altro palestinese versa in gravissime condizioni.
La nuova intifada ha scatenato il panico generale in Israele e sono stati parecchi gli errori che la polizia israeliana ha compiuto negli ultimi giorni. Il timore di un nuovo attacco terroristico palestinese sta degenerando e alcuni soldati qualche giorno fa hanno erroneamente ucciso un uomo eritreo, scambiandolo per un terrorista palestinese, ennesima morte di uno scontro che, al di là delle ragioni o colpe, vede vittime tra gli Israeliani, al momento 9, e ancor più tra i Palestinesi, ormai arrivate a 48.
La politica internazionale condanna gli ultimi eventi e sono molti i Capi di stato che vorrebbero una soluzione definitiva a questi conflitti. Per fermare lo spargimento di sangue in Palestina, John Kerry ha deciso di incontrare il leader israeliano Benjamin Netanyahu per cercare di trovare insieme un accordo che possa fermare questa recrudescenza di violenza. Netanyahu è, infatti, in questi giorni in visita ufficiale a Berlino, per discutere della situazione in Medioriente e chiede alla comunità internazionale maggiori garanzie sulla sicurezza dello Stato di Israele. Lo stesso Netanyahu aveva ribadito alla comunità internazionale di intervenire per convincere il presidente palestinese Abu Mazen a scoraggiare l’intifada palestinese.
Dopo i colloqui conNetanyahu, il portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che John Carry si recherà da Abu Mazen per discutere sui possibili strumenti e i mezzi con cui poter raggiungere un nuovo accordo di pace tra i due Paesi.