Risultato quasi a sorpresa quello che si è manifestato in Turchia: Erdogan è infatti riuscito a tornare in carica come Presidente della nazione, dopo aver perso la fiducia nel 2011.
Nulla da fare per gli altri partiti e rappresentanti, soprattutto per il partito curdo, che si è visto sopraffare da quello Akp, che ha ottenuto il 49,4% delle preferenze degli elettori e la vittoria in ben 316 seggi.
A commentare la notizia dei primi risultati del voto è stato proprio Erdogan che ha promesso di governare, per altri quattro anni, un Paese che sembra tutt’altro che pronto ad evolversi ed a maturare.
Sono proprio queste le parole che, probabilmente, hanno fatto impazzire il popolo curdo, che si è sentito come umiliato dal nuovo Presidente.
Nel corso della sera del primo novembre, nelle strade della Turchia, i sostenitori del partito avversario hanno protestato, incendiando diversi cassonetti e scontrandosi, a più riprese
Erdogan infatti non è apprezzato, soprattutto dal popolo curdo, che ha sempre contrastato e criticato le scelte del presidente nel corso degli anni scorsi durante i quali l’uomo era in carica.
La popolazione ha sempre contestato le sue manovre ed il fatto che la crisi sul territorio siriano non fosse stata risolta, ma che al contrario delle sue prime promesse, essa fosse peggiorata.
Erdogan ora è al potere ma, purtroppo per lui, modificare la Costituzione è impossibile, visto che non è arrivato al numero di seggi consentito, ovvero trecentotrenta: il Presidente rimarrà comunque al comando, partiti permettendo.
La popolazione comunque sembra essere tutt’altro che felice, così come il partito dell’opposizione, che teme la rivolta popolare nel corso dei prossimi mesi.
Situazione che aumenterebbe ulteriormente la tensione in una zona dove gli scontri politici e di altra natura sono stati presenti nel corso degli ultimi mesi.
Solo il tempo potrà stabilire se la popolazione turca manterrà la calma oppure se la situazione potrebbe degenerare e comportare ulteriori tensioni sul suolo turco.