Barack Obama parla dopo la strage di San Bernardino (California): ‘Seguiamo anche la pista terroristica’
L’INTERVENTO DI BARACK OBAMA – All’indomani dell’ennesima strage che, negli ultimi mesi, ha shockato l’opinione pubblica negli Stati Uniti, il Presidente Barack Obama è tornato a parlare alla nazione: i 14 morti del centro di servizi sociali per disabili di San Bernardino (California) hanno riportato prepotentemente al centro dell’attenzione non solamente il tema della proliferazione delle armi da fuoco tra i privati cittadini, ma anche quello della sicurezza interna e della sovraesposizione dell’intero Paese a un’eventuale minaccia di stampo jihadista.
‘Non conosciamo ancora il movente di questo terribile evento – ha confessato Obama in diretta televisiva dallo Studio Ovale della Casa Bianca – ma posso assicurare che l’FBI sta indagando e che per il momento non possiamo escludere alcuna pista’. Secondo il Presidente, la sparatoria di San Bernardino potrebbe essere legata al terrorismo, ma anche a una banale lite sul posto di lavoro finita in tragedia. ‘Quello che posso garantire – ha concluso – è che resteremo vigili e andremo a fondo in questa vicenda: ma dobbiamo anche renderci conto tutti che va fatto qualcosa per rendere meno facile l’accesso alle armi da fuoco‘.
LA PISTA JIHADISTA – Secondo quanto riportato dal ‘New York Times’, sembra che i due killer (Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik, la sua compagna), uccisi al termine di un lungo inseguimento, fossero vicini alla causa della Jihad islamica: fonti vicine all’FBI sostengono che Farook sarebbe stato in contatto, tramite il telefono e i social network, con diversi soggetti legati a cellule terroristiche internazionali. Tuttavia, la pista legata all’attentato di matrice islamica non è l’unica seguita dagli investigatori: dalle prime indagini è infatti emerso che potrebbe esserci una semplice controversia nata sul posto di lavoro all’origine del massacro che Farook e sua moglie hanno compiuto imbracciando degli AK-47 da guerriglia.