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Un rapporto UE sui migranti boccia l’Italia: “Creare nuovi hotspot e raccogliere le impronte anche con la forza”

PROCEDURA D’INFRAZIONE PER L’ITALIA – Dopo l’apertura dell’ennesima procedura d’infrazione a carico dell’Italia da parte di una Commissione dell’Unione Europea in tema di accoglienza e concessione del diritto d’asilo ai migranti, è in arrivo da Bruxelles un rapporto che suggerisce al nostro Paese le nuove misure da adottare in futuro. Nei giorni scorsi, infatti, aveva destato scalpore una lettera di “costituzione in mora”, firmata dal Commissario UE Dimitris Avramopoulos e indirizzata a Italia, Croazia e Grecia: nella missiva si invitavano i suddetti Paesi ad attuare in maniera corretta il regolamento Eurodac a proposito della raccolta delle impronte dei migranti che arrivano sulle proprie coste. La novità delle ultime ore è che sarà pubblicato a breve un rapporto che chiede anche una “accelerazione delle attività di hotspot a Pozzallo e a Porto Empedocle, oltre ad auspicare l’eventuale uso della forza nel caso qualcuno opponga resistenza alla suddetta raccolta”.

LA REPLICA DI ANGELINO ALFANO – Il rapporto rappresenta anche una sorta di “stato dell’arte” a proposito dell’azione svolta da alcuni Paesi nell’accoglienza e la registrazione dei migranti. Tuttavia, a fronte di queste prime anticipazioni, si è registrata una alzata di scudi da parte del Governo italiano che, tramite il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha rispedito al mittente le critiche: “In Italia le impronte vengono registrate oramai quasi al 100% e va ricordato anche che esistono delle sentenze della Cassazione che autorizzano un uso proporzionato della forza quando c’è da raccogliere le impronte digitali”. Alfano ha comunque ribadito di essere d’accordo con Avramopoulos sull’adozione di nuovi hotspot e sul fatto che “rimpatri e delocation debbano andare di pari passo”. Dal canto suo, lo stesso Commissario ha tenuto a sottolineare che tra “Italia e UE non ci sono affatto tensioni sulla gestione dei flussi dei migranti, dato che questa procedura d’infrazione è stata infatti avviata oramai ben due anni fa”.