Chi ha detto che i miracoli avvengono una volta sola? L’Alessandria, compagine di Lega Pro attualmente in testa al proprio girone, dopo aver espugnato nel turno precedente la Favorita di Palermo si ripete a Marassi e anche questa volta lo fa più che meritatamente, legittimando il passaggio del turno con una qualità di gioco ed una determinazione, estranee alle più blasonate avversarie.
Primo tempo avaro di emozioni, ma nel quale, nella prima mezz’ora di gioco, fan bella figura solo gli ospiti che non mostrano al cospetto del Genoa alcun particolare timore riverenziale e che al 24′ con Iunco, su bella imbucata di Nicco, creano la prima palla gol del match, con Lamanna costretto all’intervento provvidenziale per evitare la rete grigia.
Una prima frazione giocata a buon ritmo, vede i i padroni di casa dare segnali di risveglio solo nell’ultimo quarto d’ora, con la pressione rossoblù che si fa più costante e la rete rossoblù che appare vicina. Al 28′, ad esempio, è Tachtsidis, da posizione favorevole, a chiudere male dopo un bel traversone di Diogo Figueiras.
Nonostante l’undici di Gasperini (costretto a cambiare modulo 3 volte solo nei primi 45 minuti) inizi a macinare gioco, sono ancora i Grigi a sfiorare la rete del vantaggio con l’imprendibile Marras che in area, dopo aver ubricato Ansaldi, conclude incrociando di un soffio sopra la traversa, a Lamanna battuto.
A 4 minuti dal riposo è il Genoa, però, a sfiorare la rete, con il talentuoso Ntcham a far filtrare per Pavoletti che, a tutper tu con Vannucchi, impegna in una severa respinta l’estremo ospite.
Si va al riposo a reti bianche con un Gasperini a cui non mancano le preoccupazioni per l’andamento della gara. Alla vigilia del match lo stesso tecnico rossoblù aveva definito la rosa dell’Alessandria quanto meno da serie B, ma nonostante il rispetto e la cautela che dall’ambiente genoano trapelava prima di questo ottavo, risulta difficile comprendere come possa non vedersi, come accaduto anche a Palermo, alcuna particolare differenza in un incontro tra compagini divise da ben due categorie. La vittoria dei Grigi, ad esempio, è stata interpretata da molti sui social come la testimonianza tangibile di un livello di serie A non eccelso, per una massima categoria pullulante di frotte di stranieri dal tasso qualitativo tale da non giustificarne la massiccia presenza. Interpretazione condivisibile solo in parte, considerando come l’undici di casa schieri il non più giovanissimo Burdisso, 4 volte campione con l’Inter e due volte ai Mondiali con l’Argentina, Pandev tra gli eroi del Triplete nerazzurro (anche se il Macedone, anche ieri, ha confermato l’inutilità del suo acquisto, apparendo ancora una volta impacciato e involuto), Ansaldi, reduce dalle esperienze con Rubin Zenit e Atletico Madrid, l’esperto nazionale Rincon, il francesino Ntcham in prestito dal Chelsea, o ancora il greco Tachtsidis, ai tempi di Zeman eletto, a discapito dello stesso De Rossi, il regista della sua Roma…insomma non proprio elementi da campionati minori.
Al di là della retorica di circostanza, con la squadra rossoblù che avrebbe tutto da perdere, mentre gli avversari sono gravati da una minor pressione potendosi esprimere con maggior serenità, a rendere ancor più sorprendente l’andamento della prima frazione di gioco, il constatare come la squadra di Gregucci lamenti a centrocampo l’assenza di due elementi cardine quali i brasiliano Mezavilla e Loviso, e quella di casa, invece, sia scesa in campo in formazione tipo o quasi, con Gasperini che rinuncia ad ogni forma di turn-over ad eccezione di Perotti, inizialmente in panchina più per punizione ,dopo l’ennesima espulsione rimediata in campionato, che non per una precisa scelta tattica.
Ricomincia il secondo tempo e chi si attende che il Genoa faccia di un solo boccone gli avversari, complice l’atteso calo di ritmo da parte dei Grigi, rimane deluso, con gli ospiti che vanno in vantaggio dopo un solo minuto, grazie al solito Marras, imbeccato dal neo entrato Fischnaller.
A questo punto inizia una gara di sofferenza per l’Alessandria, con l’undici di Gasperini costretto al doppio cambio, con il fischiatisismo Pandev ed Izzo fuori per Perotti e l’attccante Gapkè. Padroni di casa che si riversano nella metà campo piemontese, ma nonostante la pressione rossoblù, non sono moltissimi i grattacapi dalle parti di Vannucchi, giovanissmo portiere scuola Juventus, protagonista comunque di un paio di interventi pregevoli.
A pochi scampoli dal termine del match, in pieno recupero, quando l’impresa della squadra ospite sembra materializzarsi, su punizione guadagnata da Gapkè. traversone da sinistra, spizzata di Burdisso e Pavoletti, anticipando tutti, trova l’1-1, supplementari e ancora la volta il match sembra indirizzato sui binari dei padroni di casa, ora con l’inerzia della gara in mano e con gli ospiti provati dopo mezz’ora di pressione avversaria. Favola dei Piemontesi, rimpianti compresi, che sembra finire qui, ancor più quando al 4′ del primo tempo supplementare Manfrin è costretto ad uscire, lasciando i suoi in 10.
Due minuti e incredibilmente, però. sono gli uomini di Gregucci a sfiorare il vantaggio con due clamorose palle goal: prima è Fischnaller a cogliere la traversa, sul rimbalzo del pallone Bocalon, da non più di un metro, in difficile allungo, manda incredibilmente a lato.
Marassi rumoreggia e il Genoa si fa pericoloso, forte della superiorità numerica, 3 volte prima del termine del primo tempo supplementare, merito di Lazovic, Gapkè e Perotti, con Vannucchi sempre alla ribalta. Ultimi quindici minuti prima dei rigori che si aprono ancora con due azioni per i Rossoblù. Prima Vannucchi deve rifugiarsi in corner su tiro-cross di Laxalt, uno dei migliori dei suoi, poi deve respingere miracolosamente su Rincon, arrivato al tiro a botta sicuro.
Pressione genoana e, incredibilmente, rete degli ospiti. È il 114′, quando Bocalon, dopo una bella triangolazione con Marras, deposita in rete a porta vuota, per la rete dell’1-2.
Arrembaggio finale della squadra di Gasperini che, ancora una volta allo scadere, produce la palla più nitida. Al 120′ Pavoletti a tu per tu con Vannucchi e costretto ad allargarsi, cross e sulla prosecuzione dell’azione, Lazovic spara a lato da un paio di metri. Rammarico dei padroni di casa, ma alla fine è giusto così.
Festeggiamenti comprensibili dei giocatori di Lega Pro, per un’impresa che non riusciva ad una compagine della C di un tempo da più di 30 anni, per il Genoa, dopo la sconfitta interna immeritata contro il Bologna, la necessità di fare i conti con una nuova battuta d’arresto e con la presa di coscienza di una stagione che sembra farsi più difficile del previsto
Alessandria qualificata a e attesa dalla vincete del match che vede impegnate Roma e Spezia ( di scena alle 14.00 di oggi, diretta su Rai 2), con la possibilità di giocarsi un quarto di finale nella cornice dell’Olimpico, visto che il regolamento di Coppa, in maniera assurda quanto iniqua, obbliga la compagine teoricamente più debole a dover sempre giocare in trasferta.
In serata, invece, continua il magic moment dell’Inter che ottiene la qualificazione, sconfiggendo un Cagliari che sta dominando nella serie cadetta, grazie ad un’agevole vittoria per 3-0. Per i Nerazzurri, che nei quarti affronteranno la vincente tra Napoli e Hellas ( dalle 19.00 in campo, diretta Tv su Rai 2) , ancora una vittoria e conferme di una tenuta difensiva che, con quella di ieri, ha fatto registrare la 12esima gara su 17 senza subire alcuna rete.
Nonostante una formazione rimaneggiata ( in campo, tra gli altri, Carrizo, l’oggetto misterioso Montoya e il giovane Manaj), la sicurezza degli attuali capoclassifica non sembra risentirne, con i padroni di casa che, dopo due palle goal ben sventate da Cragno, al 24′ trovano la prima rete con Palacio, servito da Manaj, dopo un traversone di Juan Jesus. Reazione isolana con Tello, prima e Cerri poi, ma Carrizo è sempre pronto, mentre i Nerazzurri potrebbero trovare il raddoppio sempre con Palacio, dopo una bella combinazione firmata Brozovic-Montoya.
Raddoppio che arriva nella ripresa, dopo che Pisacane aveva messo paura ai padroni di casa timbrando di testa il palo, con Brozovic, che bissa la rete di Udine, con un altra bella conclusione a giro dalla distanza. Ancora lo stesso Brozovic protagonista, all’81’, del palo, su cui Perisic è pronto alla ribattuta peril 3-0. Perchè tra i due Croati quest’ultimo sia stato l’oggetto del desiderio interista per mesi, mentre il primo, ad oggi decisamente più positivo, appaia sempre tra i possibili partenti, non ci è dato sapere.
La partita si chiude virtualmente qui, anche se il finale vede ancora i tentativi, rispettivamente, di Farias e Nagatomo che impegnano i portieri avversari. Inter avanti e da oggi si pensa solo all’incontri di domenica, con Marassi che ospiterà una Lazio in crisi nera ed in cera di riscatto.
Nella giornata di oggi ben quattro ottavi. Si comincia alle 14.20 con il match dell’Olimpico, di scena Roma e Spezia. Alle 16.20, collegamento su Rai 3, per la sfida del Franchi, tra Fiorentina e Carpi. Due ore dopo, l’incontro che vede Higuain e compagni cercare i quarti contro l’Inter al cospetto del Verona di Del Neri. Infine, inserata, il matc-clou della giornata, con il derby della Mole. Diretta tv dalle ore 20.30 su Rai 1.