I russi devono essere estremamente sicuri di quanto successo in Turchia alcune settimane fa, se hanno deciso di proseguire il tutto in diretta televisiva. Quando un jet militare russo è stato abbattuto in territorio straniero, sono immediatamente partite una serie di accuse da entrambe le nazioni coinvolte, anche e soprattutto per quanto riguarda il tragitto compiuto dal veicolo aereo; l’abbattimento pare sia avvenuto ad opera di forze ribelli che nulla hanno in comune col governo turco, ma ciò non ha contribuito in alcun modo ad alleggerire le tensioni.
Ufficialmente per dovere di trasparenza, è stata decisa l’apertura della scatola nera recuperata dal jet in diretta televisiva e soprattutto alla presenza di esperti e delegati di un gran numero di nazioni ad assicurare, come si evince dalle parole del vice comandante delle forze aeree russe Sergey Dronov, oltre che la già menzionata trasparenza di un’indagine di portata internazionale, anche l’accuratezza dei risultati, avendo chiamato in causa anche la IAC, Interstate Aviation Committee, in possesso di strumenti e tecnologie in grado di soddisfare gli standard di accuratezza di qualunque nazione nel mondo.
Se da un lato un gesto di questo tipo lascia piacevolmente sorpresi, mostrandoci una Russia aperta al dialogo e al confronto, dall’altro rimane il dubbio di quale potrà essere la prossima mossa di una nazione che definire guerrafondaia potrebbe non essere un azzardo, nel momento in cui una eventuale verità a supporto delle loro tesi dovesse essere confermata da una commissione neutrale e internazionale. Per onore di cronaca è bene in ogni caso ricordare che la maggior parte delle persone convocate dalle varie parti del mondo hanno rifiutato l’invito, ad esclusione del cinese Liu Chang Wei e del britannico Jonathan Gillespie.