Della realizzazione della nuova mostra dedicata a Frida Kalho si sta occupando la ONO Arte Contemporanea, con l’aiuto di Alejandra Matiz, in rappresentanza della Fondazione Leo Matiz; sono proprio di Leo Matiz, fotografo colombiano che ha conosciuto la pittrice negli anni 20, i 35 scatti in vari formati che si potranno ammirare nella mostra di Bologna.
Una vita segnata da grandi dolori che hanno allo stesso tempo contribuito all’affermazione dell’artista messicana: nel 1925 Frida Khalo è una ragazza diciottenne dedita allo studio, per cui l’arte è un mero passatempo, almeno fino a quando in seguito a un incidente stradale viene segnata nel fisico e nello spirito con diverse fratture tra spina dorsale, gambe e torace che lasciano tracce indelebili nel corpo e la costringono a un gran numero di interventi ed anni di cure. Per fuggire ai pensieri, ai dispiaceri ed alle problematiche fisiche, uscita dall’ospedale la futura artista si è dedicata alla lettura, avvicinandosi alle ideologie comuniste, e all’arte, in maniera più assidua. I genitori, per venirle incontro ed esserle di supporto, decidono di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, e un meccanismo per appendere una tavola in legno per dipingere, dando così il via alla produzione artistica della pittrice che nel giro di pochi anni raggiunge un discreto successo.
Quello che però è lecito aspettarsi dalla mostra a Bologna, la cui inaugurazione è prevista per il 14 Gennaio, non riguarda l’aspetto artistico della Khalo pittrice, quanto la possibilità di scorgere oltre ciò che le sue opere mostrano, dando uno sguardo alla vita privata di un’artista, tramite le foto di una persona a lei legata da un rapporto di amicizia e non solo di mero lavoro.