Ad un anno esatto dalla strage nella redazione di Charlie Hebdo, che ha aperto un sanguinoso 2015 per la Francia del premier Hollande, Parigi è ancora scossa dal brivido del terrorismo. Nella giornata di ieri un uomo di origine marocchina è stato ucciso di fronte ad un commissariato di polizia. L’uomo, pregiudicato di circa 20 anni arrestato nel 2013 per furto, indossava una cintura esplosiva dal quale fuoriscivano fili elettrici (rivelatasi poi una falsa minaccia) e brandiva un pesante coltello da macellaio, col quale aveva sferrato alcuni fendenti verso un poliziotto al grido di “Allah Akbar”.
Gli agenti hanno subito aperto il fuoco contro il marocchino, freddato sul colpo da tre proiettili. Perquisendo il cadavere è stato ritrovato un foglietto recante il logo dell’Isis, oltre a una lettera scritta in caratteri arabi nel quale il giovane giurava fedeltà al califfato di Al Baghdadi e rivendicava l’attacco al commissariato come vendetta verso l’Occidente per i recenti attacchi in Siria.
L’uomo è stato identificato tramite le impronte digitali, prelevate nel 2013 al seguito dell’arresto. All’epoca il marocchino aveva detto di chiamarsi Alì e di non avere una dimora fissa. Stando alle prime indagini, il ventenne avrebbe agito secondo il modus operandi dei terroristi legati allo Stato Islamico, ma non avrebbe legami con altre cellule “dormienti”. Prende sempre più corpo dunque l’ipotesi del gesto isolato.