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Fermati due battelli della US Navy nel Golfo Persico: sfiorato l’incidente diplomatico tra USA e Iran

INCIDENTE NEL GOLFO PERSICO – Potrebbe risolversi in tempi più brevi del previsto l’incidente diplomatico nato tra Iran e Stati Uniti in seguito al fermo di due navi da guerra della Marina americana al largo delle acque del Golfo Persico. Quella che agli osservatori internazionali è parsa come una sorta di provocazione ha rischiato di dare vita a una vera e propria escalation tra i due Paesi: l’incidente ha riguardato due battelli della US Navy, con a bordo 10 marinai, fermati dai pasdaran iraniani nei pressi dell’isola di Farsi, nel quadrante settentrionale del Golfo. Secondo le prime ricostruzioni, le navi erano in viaggio tra Kuwait e Bahrein quando sono finite per errore nella zona di competenza del’Iran. La perdita dei contatti radio ha subito allertato il Pentagono che, tramite il Segretario di Stato John Kerry, ha attivato i canali diplomatici per evitare che la situazione precipitasse.

TENSIONE TRA USA E IRAN – Nonostante le voci, circolate sui media iraniani, che parlavano di arresto dei marinai e di accuse di “spionaggio internazionale”, il caso si è risolto nel giro di poche ore e sono arrivate anche da parte delle autorità di Teheran assicurazioni sul fatto che l’equipaggio sarà presto rilasciato.

Secondo lo stesso Kerry si sarebbe trattato di un “banale malinteso” e, dopo un colloquio telefonico avuto con il suo omologo iraniano, Javad Zarif, ha promesso una rapida soluzione della faccenda. Tuttavia, l’episodio ha scatenato delle polemiche negli Stati Uniti, specialmente da parte degli esponenti del Partito Repubblicano e ha messo in imbarazzo l’amministrazione Obama.

Secondo alcuni, infatti, il pur temporaneo sequestro delle due navi costituisce un segnale d’allarme dato che arriva a soli pochi giorni dal lancio di razzi da parte di alcune imbarcazioni dei pasdaran proprio nell’area del Golfo dove si trova la portaerei “Harry S. Truman”, attualmente impegnata in operazioni militari in Iraq e Siria contro l’ISIS.

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