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11 migranti morti nell’affondamento del loro barcone davanti alla Grecia

La tragedia dei migranti sembra non avere fine. Nella giornata di ieri, vicino all’isola greca di Kos, si è verificato un naufragio con sei vittime, tra le quali un bambino. Ora un altro barcone è affondato, sempre davanti alle coste della Grecia, causando la morte di 11 persone.

La notizia è stata data dalla Guardia Costiera greca, che ha anche comunicato di aver tratto in salvo 10 persone, ma che non è ancora certo il numero dei profughi che si trovavano a bordo del barcone e pertanto le ricerche stanno continuando. Per quanto riguarda il naufragio del giorno precedente, uno dei profughi sopravvissuti ha dichiarato che sul barcone si trovavano 10 persone.

Il problema dei migranti sta investendo da tempo anche la Grecia oltre che l’Italia, e sono sempre in maggior numero i barconi che fanno rotta verso le coste greche. Per quanto riguarda il nostro Paese, sono stati tratti in salvo negli ultimi giorni circa 1200 profughi, tra i quali molti bambini, che poi sono sbarcati nei porti di Pozzallo e di Augusta.

Intanto in Europa si continua a discutere del problema e la UE ha chiesto alla Grecia di render più sicure le sue frontiere, nelle quali sono state riscontrate carenze strutturali. Per quanto riguarda la Macedonia, lo stato balcanico ha deciso di chiudere la frontiera con la Grecia, non lasciando più transitare liberamente i migranti, che restano così bloccati sul territorio greco. La chiusura della frontiera da parte della Macedonia, che non è stata motivata, segue quella avvenuta la scorsa settimana in modo provvisorio.

Anche altri paesi hanno preso delle decisioni riguardo ai problemi dei migranti, come la Svezia, che ha fatto conoscere la sua volontà di procedere all’espulsione di 80.000 persone, la cui richiesta di asilo non è stata accettata. Le autorità svedesi hanno comunicato che nel 2015 il 55% delle richieste di asilo presentate dai profughi sono state accettate, e che i migranti saranno riportati indietro nel corso degli anni con l’utilizzo di voli charter. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, invece, è stato deciso che si continuerà ad accogliere sul suolo britannico i bambini non accompagnati provenienti da zone di guerra come la Siria, ma che non sarà fatto altrettanto per bambini che si trovano già sul suolo del Vecchio Continente.