Lo scenario relativo al caso Regeni si sta ampliando e da parte del governo italiano si sta pensando anche al possibile blocco di alcuni affari tra i due stati, ed anche al ritiro dell’ambasciatore italiano a Il Cairo, se non ci saranno concreti passi in avanti nella risoluzione del caso. Nel blocco potrebbero entrare circa 5 miliardi di investimenti italiani, a partire dal business dell’edilizia, a quello dell’importante giacimento di Zohr, nel quel viene estratto il gas, per finire con gli impianti di energia che si trovano nei dintorni di Suez.
L’Italia vuole ottenere risposte concrete riguardo all’uccisione del ricercatore veneto e la partita si gioca anche sul piano diplomatico. La partnership tra Egitto ed Italia è molto importante per il paese africano, in quanto il nostro paese è il secondo tra i partner europei, dietro alla sola Germania, e quindi i rapporti sono ritenuti nella massima considerazione. Oltre a questo, il caso Regeni viene monitorato continuamente da tutta la stampa internazionale, ed in primis da quella statunitense, con molti giornali che sono tornati ad occuparsi dei metodi del governo di Al Sisi, che in passato sono stati denunciati da alcune Ong internazionali.
Intanto i nuovi affari che si potrebbero aprire tra Italia ed Egitto sono in posizione di “stand-by”, ed anche i colloqui che gli imprenditori italiani hanno avuto a Il Cairo durante la missione del ministro Federica Guidi, avvenuta proprio nei giorni del ritrovamento del corpo di Regeni, sono destinati per ora a rimanere senza seguito.
La famiglia del ricercatore italiano chiede che sia fatto di più, e anche la sospensione degli accordi già intrapresi tra i due paesi. Alla Camera dei deputati c’è stata anche una decisa presa di posizione di Francesco Boccia, il presidente della commissione “Bilancio” di Montecitorio, il quale ha dichiarato
“A questo punto non possiamo permettere più errori: l’Egitto deve chiedere scusa. Non c’è accordo commerciale che tenga davanti a una situazione del genere”.
Anche l’avvocato della famiglia Regeni ha attaccato l’Egitto, dichiarando che il regime del Cairo nega una verità scomoda, quella delle torture inflitte a Giulio Regeni. Intanto, l’ambasciatore italiano è stato chiamato a Roma per “consultazioni”; un atto politico di una certa forza, che accade in situazioni delicate, come ad esempio fu quella relativa ai due marò. Da parte del ministero degli Esteri potrebbe arrivare anche l’inclusione dell’Egitto nella lista dei paesi “a rischio” e questo comporterebbe una notevole diminuzione del flusso turistico verso il paese africano.