Proseguono gli scontri vicino ad Aleppo, dopo quella che doveva essere una tregua, sancita tra Stati Uniti e Russia, durata però solo pochi giorni, e non abbastanza forte da evitare che la situazione degenerasse. Entrambi gli schieramenti hanno in gioco tutto: da un lato i ribelli anti Assad, cui si sono aggiunte alcune forze legate ad Al Qaida, dall’altra le forze governative che tentano di arginare gli scontri, con ben pochi risultati.
Il villaggio di Khan Touman, luogo degli ultimi scontri, si trova in una posizione strategica, a poca distanza dall’autostrada che collega Aleppo a Damasco.
Come inevitabile conseguenza delle tensioni e della degenerazione della situazione, continua il flusso di persone che tentano di allontanarsi da Aleppo in direzione della Giordania, posto per ora sicuramente più sicuro rispetto alle zone bombardate.
Per ora le fonti ufficiali dello scontro parlano di 73 morti e un numero imprecisato di feriti e dispersi, che vanno ad aggiungersi a tutte le altre cui si è assistito dall’inizio degli scontri, e a pochi giorni dal bombardamento di un ospedale di Medici Senza Frontiere, che ha provocato non meno di 50 morti, tra cui un medico e tre bambini.
Se questa era la reazione dei ribelli al comunicato con cui Assad ribadiva le intenzioni del governo di proseguire nella repressione dei ribelli fino a una vittoria totale, non resta che attendere di scoprire quali saranno le reazioni delle potenze mondiali a una situazione che sempre di più coinvolge interessi internazionali.