Finisce l’era di Dilma Rousseff alla guida del Brasile: il Senato ha infatti espresso il suo giudizio (per quello definitivo bisognerà aspettare ancora sei mesi) sulla vicenda dell’impeachment nella quale sembra essere coinvolta la pupilla dell’ex presidente Lula, votando sì alla sfiducia. La Rousseff continua a processarsi innocente ed estranea ad i fatti che le vengono contestati, al punto che al momento dell’uscita dal Palazzo del Senato ha annunciato di trovarsi di fronte ad un vero e proprio colpo di Stato, di fronte al quale non intende abbassare la testa e che invece affronterà con tutte le sue forze.
L’ombra della corruzione fra i vertici del partito e la connivenza della presidentessa hanno messo nei guai il Partito dei Lavoratori, che vede tramontare la sua leadership sul paese sudamericano dopo 13 anni di presidenza. La Rousseff manterrà ancora qualche beneficio riservato ai presidenti (assistenza sanitaria, scorta, palazzo presidenziale) ma a tutti gli effetti la presidenza ad interim è stata affidata al settantacinquenne Michel Temer, a cui è stato affidato il compito di affidare un nuovo governo. Si prospetta un parlamento di larghe intese per il Brasile, che tra pochi mesi ospiterà le Olimpiadi, altro grande evento sportivo organizzato nel paese a due anni di distanza dal Mondiale di calcio.