Il giovane morto il 10 Maggio dello scorso anno, sembrerebbe essere stato appeso a testa in giù dai compagni di classe, forse per scherzo.
Il tragico scherzo si trasformò in tragedia, quando Domenico precipitò dal quinto piano e durante la caduta trovò la morte.
L’ipotesi sembrerebbe essere acclarata nelle oltre 3000 pagine della perizia voluta dalla famiglia, una perizia che escluderebbe un gesto volontario messo in pratica da Domenico.
La perizia è partita dall’impronta di una mano lasciata dal giovane durante la sua caduta, impronta dalla quale i periti sono ripartiti per ricostruire gli ultimi secondi della vita del ragazzo.
Subito le indagini si erano orientate su un tragico scherzo, gli interrogatori dei compagni di classe che dividevano la stanza con il giovane, non evasero i dubbi sulla morte, ma parimenti non portarono prove riguardo la dinamica della caduta, facendo orientare gli investigatore verso il gesto volontario.
Di certo vi è che il corpo del ragazzo fu spostato dagli stessi compagni e dai sanitari intervenuti immediatamente, lo spostamento è tra l’altro stigmatizzato nelle pagine della perizia, che affermano che esso fu determinante per orientare la dinamica della caduta, escludendo l’omicidio e orientando la morte verso il suicidio.
Adesso questa nuova perizia potrebbe cambiare tutto, in questo contesto importante l’appello dei genitori del ragazzo che rinnovano l’invito ai compagni di classe per parlare e per fare emergere così la verità.
Domenico Maurantonio si trovava in gita con la sua scuola, in quella tragica giornata aveva visitato l’esposizione universale meneghina; tornato poi in albergo era stato visto tranquillo e sorridente, una tranquillità che escluderebbe l’insano gesto.
La perizia, depositata presso la procura della Repubblica di Milano, è stata accolta con freddezza dai magistrati, i quali continuano a propendere per l’ipotesi del suicidio.