Si è chiusa nel borgo di Molochio, piccolo comune dell’entroterra reggino, la latitanza del super ricercato Ernesto Fazzalari. Il boss di Taurianova, nel mirino delle forze di polizia da oltre vent’anni, è stato tratto in arresto dai carabinieri; gli uomini dell’arma lo hanno sorpreso nella notte, nella casa che utilizzava da qualche tempo come covo, insieme alla compagna quarantunenne. Nella casa sono state trovate anche alcune armi; tuttavia i due non hanno opposto alcuna resistenza dopo l’intervento delle forze dell’ordine.
L’arresto di Fazzalari è un duro colpo per la ‘ndrangheta: secondo gli inquirenti, infatti, il boss di Turianova, pur braccato dalle forze di polizia, continuava a controllare gli affari della sua cosca, dirigendoli in clandestinità con la consueta ferocia. Le forze dell’ordine erano sulle sue tracce dal 1996, anno in cui aveva fatto perdere le tracce dandosi alla latitanza. Fazzalari era stato tra i protagonisti della faida di Taurianova dei primi anni novanta, una guerra tra le ‘ndrine locali costata oltre trenta vittime tra vendette e ritorsioni e conclusa solo quell’anno con l’operazione Taurus.
Già dieci anni fa i carabinieri erano andati vicini al fermo, nonostante il clima di omertà che aveva sempre protetto il boss. Gli uomini dell’arma avevano scoperto un suo nascondiglio, da poco abbandonato; un bunker con ogni comfort, dai condizionatori all’accesso ad internet. Quella volta l’arresto era stato solamente sfiorato; l’operazione di ieri, invece, è andata alla perfezione. Ed ora il boss della ‘ndrangheta, considerando il secondo latitante più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Danaro, dovrà scontare l’ergastolo per duplice omicidio ed associazione mafiosa
Non nasconde la sua soddisfazione Angelino Alfano:
“Oggi la squadra dello Stato ha messo a segno uno dei suoi più bei gol,” ha precisato il ministro dell’Interno commentando la vicenda, “i nostri carabinieri hanno individuato e tratto in arresto uno degli uomini più pericolosi della ‘ndrangheta, un killer spietato, ricercato dal 1996, accusato di omicidio ed associazione di stampo mafioso mirata a spaccio di sostanze stupefacenti, rapine ed estorsioni.”
Andrea Orlando, ministro della Giustizia, ha sottolineato il grande lavoro compiuto dallo Stato per acciuffare Fazzalari:
“grazie al lavoro della magistratura ed all’impegno delle forze dell’ordine oggi lo Stato ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata.”
“Queste sono le vittorie che ci danno forza nella difficile lotta contro la criminalità organizzata,” ha commentato infine Tullio Del Sette, Comandante dell’Arma dei Carabinieri, “sono questi i premi per il duro lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine; i criminali devono sapere che, grazie soprattutto al lavoro dei nostri uomini, la loro fuga non sarà infinita ma prima o poi avrà un termine.”