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Trump attacca Obama, il New York Times: “essere umano ripugnante”

Le elezioni presidenziali americane si avvicinano e Donald Trump vede dai sondaggi che Hillary Clinton, la sua avversaria, si sta allontanando sempre di più, e contrattacca puntando il dito contro l’attuale presidente degli Stati Uniti, Obama, dello stesso partito, e primo sostenitore della candidatura del suo ex Segretario di Stato.

Proprio è al periodo in cui la Clinton affiancava Obama, nel suo primo mandato presidenziale, che Trump fa riferimento quando dice

“Obama è il fondatore dell’Is”,

evocando le politiche della Casa Bianca portate avanti da Obama e da Hillary Clinton, che secondo Trump sarebbero state la causa scatenante della nascita dell’Isis. Per la sua rivale nelle presidenziali, la denominazione data da Trump, è quella di “cofondatrice”.

Queste ultime non sono le sole frasi scioccanti pronunciate da Trump nel corso della campagna elettorale; in precedenza si era rivolto al “popolo delle armi” dichiarando che “qualcuno potrebbe fermare Hillary”, una dichiarazione alla quale dall’entourage della candidata democratica ha replicato dichiarando Trump come “pericoloso” per le sue istigazioni alla violenza, non degne di un candidato alla presidenza degli Stati Uniti.

Le ultime dichiarazioni, su Obama e sull’Isis, sono state fatte durante un discorso che il magnate americano ha tenuto in Florida, a Fort Lauderdale. Una strategia che Donald Trump sta utilizzando, ma che non sembra portargli molti risultati, visto che diversi sondaggi testimoniano l’allontanamento da lui di larga parte degli elettori repubblicani, mentre i democratici, giorno dopo giorno si compattano sempre di più sul nome del loro candidato.

C’è inoltre da registrare un duro attacco che Trump ha ricevuto da parte del New York Times; dopo che “l’Editorial Board” il NYT ha espressamente richiesto al partito repubblicano di rinunciare alla candidatura del tycoon, cosa mai avvenuta prima nelle campagne elettorali per la presidenza, ha pubblicato un editoriale di Thomas L. Friedman, nel qual si dice che

“i figli di Trump dovrebbero vergognarsi del padre”, chiamandolo con l’appellativo di “essere umano ripugnante”.

Lo stesso Friedman conclude augurandosi non solo una sconfitta di Trump, ma che questa avvenga in tutti i 50 stati che compongono gli USA. Friedman parla del linguaggio usato da Trump e ricorda come anche le invettive nei confronti degli immigrati avrebbero potuto creare momenti di violenza nel paese.