L’AZIONE DEL COMMANDO – Da circa quarantotto ore, un imponente contingente di forze di sicurezza indiane è stato dispiegato per fare fronte a una crisi verificatati nello stato-regione di Jammu & Kashmir, uno dei più settentrionali dell’India. Secondo quanto si apprende da alcuni media indiani presenti sul posto, nella giornata di ieri un commando di militanti appartenenti a un movimento non ancora ben identificato ha fatto irruzione presso la sede del locale Istituto per lo Sviluppo e l’Imprenditoria (Edi), sito nei pressi della città di Srinagar, nel distretto di Pulwama.
Le prime, frammentarie notizie parlano anche di uno scontro a fuoco che si protrae oramai da diverse ore tra i sedicenti terroristi e la polizia. Inoltre, fonti accreditate dell’agenzia di stampa IANS (Indo-Asian News Service), potrebbero essere stati già uccisi alcuni dei terroristi, anche se il conflitto sarebbe comunque in una situazione di stallo: l’edificio dell’Edi è stato circondato ma, allo stesso tempo, il commando non avrebbe alcuna intenzione di arrendersi.
UN PREOCCUPANTE PRECEDENTE – Lo stallo è dovuto non solo all’eventuale, ma non confermata, presenza di ostaggi all’interno del palazzo, ma soprattutto al fatto che non è nemmeno noto il numero esatto dei militanti impegnati in questa azione. Alcuni alti funzionari della polizia hanno tuttavia parlato solo di “due o al massimo tre terroristi” che non avrebbero alcuna via di scampo dal momento che i corpi speciali avevano tempestivamente bloccato tutte le possibili vie di fuga.
A preoccupare le autorità governative non è però solo l’incidente in sé: infatti gli scontri sono avvenuti proprio nei pressi di una importante base dell’esercito indiano a Langate. Non solo: lo scorso febbraio, proprio lo stesso Istituto era stato oggetto di un attacco abbastanza simile, nel corso del quale erano morte sette persone e si erano anche registrati gravi danni. Al vaglio degli inquirenti c’è dunque anche la possibilità di un concreto collegamento tra i due fatti.