L’ASSALTO ALLA CASA DI RIPOSO – L’episodio ricorda da vicino quello avvenuto tempo fa a Saint-Etienne-du Rouvray, in Normandia, dove un sacerdote venne barbaramente ucciso in un’azione rivendicata dall’ISIS. Questa volta non c’è stata alcuna rivendicazione, ma il fatto di sangue avvenuto a Montferrier-sur-Lez, piccolo paesino nel sud della Francia nel dipartimento dell’Hérault, ha fatto ripiombare il Paese transalpino nell’incubo attentati: nella serata di ieri un uomo armato di fucile e coltello ha fatto irruzione nella residenza Les Chenes Verts, casa di riposo destinata a monaci missionari. L’autore del gesto, dopo aver preso in ostaggio gli occupanti della struttura religiosa, ha ucciso la custode e infine si è dato alla fuga a seguito dell’intervento della polizia francese e delle teste di cuoio.
ANCORA NESSUNA RIVENDICAZIONE – Stando alle prime testimonianze raccolte dai media locali, l’assalitore si sarebbe accanito con la donna che lavorava come custode, prima imbavagliandola e poi uccidendola a coltellate. I monaci che invece si trovavano nella residenza non sono stati presi di mira dall’autore del gesto e, grazie all’intervento delle forze speciali, sono stati tratti in salvo senza conseguenze. Al momento, il killer (di cui non si conoscono le generalità) sarebbe in fuga, ma la locale prefettura spiega che la gigantesca caccia all’uomo scatenatasi nella regione potrebbe concludersi presto: tuttavia, gli indizi porterebbero gli inquirenti ad escludere l’atto terroristico, privilegiando la pista del gesto isolato di uno squilibrato.
Dal canto suo, Wayne Bodkin, uno dei portavoce della diocesi di Montpellier, città distante pochi chilometri dal luogo dell’assalto, ha spiegato che l’intera comunità religiosa è sotto choc dal momento che non si comprende perché la casa di riposo di Les Chenes Verts sia stata presa di mira: “Si tratta solo di un posto tranquillo di ex missionari che hanno passato tutta la loro vita in Africa” ha chiosato Bodkin.