Il pianeta Terra è ‘sotto attacco’. O almeno, lo è stato per 3 giorni consecutivi, dal 19 al 21 marzo. Durante queste tre giornate, sono stati ben 5 gli asteroidi ad entrare all’interno dell’orbita lunare, il nostro unico satellite. A scoprirli è stato il team dell’Università dell’Arizona (Stati Uniti), che gestisce il programma Mount Lemmon Survey. Ciò che, forse, non farà piacere ad un pubblico più attento, è che gli asteroidi sono stati scoperti nella stessa giornata. Se, ad esempio, uno di questi cinque asteroidi fosse stato più grande e, sopratutto, più vicino, probabilmente l’astrofisico Gianluca Masi (responsabile progetto Virtuale Telescope), che ha ufficializzato la notizia, così come riportato dall’Ansa, non sarebbe stato così tranquillo mentre osservava, insieme agli altri colleghi, gli asteroidi transitare a distanza di ‘sicurezza’, a circa 60.000 km dalla Terra. Masi, all’agenzia italiana Ansa, ha spiegato che la maggiore frequenza di questi avvistamenti è dovuta alla tecnologia sempre più avanzata con cui vengono costruiti i telescopi al giorno d’oggi, telescopi che svolgono la funzione di osservare cosa succeda sopra le nostre teste.
Ormai l’abbiamo imparato, non siamo soli nell’universo. Ancora oggi ci si interroga se, oltre al genere umano, al di là del nostro sistema solare ci sia una qualche forma di vita, che le persone chiamano ‘volgarmente’ alieni. L’ultima scoperta, resa ufficiale dalla Nasa un paio di settimane fa, ha avuto un impatto notevole, dando forse una prima risposta. Il riferimento è al sistema Trappist – 1 e al fatto che, al suo interno, contenga un paio di pianeti che, sulla carta, presenterebbero le condizioni indispensabili per la vita. L’eco della notizia fatica ancora oggi ad affievolirsi. Ufologi e ‘complottisti’ sono concorsi nel ritenere che l’esistenza di Trappist sia la prova schiacciante che non siamo soli nell’Universo. Un concetto, questo, ripetuto in più di un’occasione ma, al momento, mai verificato con dati scientifici.