Caos in Brasile, la folla assalta alcuni ministeri: il Governo di Michel Temer mobilita le forze armate
SITUAZIONE ESPLOSIVA IN BRASILE – Dopo il traumatico passaggio di consegne tra l’ex presidente Dilma Rousseff, accusata di impeachment e costretta a dimettersi, e il suo braccio destro Michel Temer (attualmente Presidente della Repubblica), gli scontri e le proteste antigovernative in Brasile non si sono mai placate.
Nonostante la destituzione della Rousseff, negli scorsi mesi alcuni movimenti nati dal basso hanno continuato a protestare contro la linea di un Governo considerato troppo vicino a quello precedente: anche per questo motivo, nelle ultime ore è bastato poco perché una semplice mobilitazione si trasformasse in un durissimo scontro tra le forze dell’ordine e migliaia di manifestanti. La situazione sarebbe infatti sfuggita di mano agli organizzatori e, stando alle prime immagini mandate in onda dai media locali, si è trasformata in una vera e propria guerriglia urbana, col Governo costretto a schierare l’esercito a difesa di alcuni ministeri presi d’assalto.
LA MOBILITAZIONE ANTIGOVERNATIVA – Le suddette sedi ministeriali sono state fatte innanzitutto evacuare dopo che si erano verificati alcuni episodi di vandalismo e si era cominciato a temere anche per l’incolumità degli stessi occupanti degli edifici: per fermare le cariche dei dimostranti, la polizia ha dovuto intervenire utilizzando anche gas lacrimogeni e granate stordenti ma scatenando, di fatto, anche la dura reazione di alcuni Paesi esteri. Non a caso, è arrivato a stretto giro di posta l’invito a Michel Temer da parte di altri leader a non rendere ancora più esplosiva la situazione e a non usare il pugno duro nella repressione di una popolazione esasperata da un paio d’anni dagli scandali che hanno coinvolto il Partito dei Lavoratori della Rousseff e dello stesso Temer, chiamato anche lui in causa nel maxi-scandalo “Lava Jato” (una sorta di Mani Pulite brasiliana). Inoltre, a proposito della decisione dell’esecutivo di schierare l’esercito, uno dei giudici della Corte Suprema, Marco Aurelio, ha auspicato che “la decisione venga subito ritirata dato che è un segnale molto pericoloso verso i cittadini”.
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