Chi è Malachia? Che cos’è la profezia dei Papi?
L’emblematica figura di San Malachia sarà sicuramente nota agli appassionati di argomenti che riguardano fenomeni paranormali, stregoneria e antiche profezie. Ma i comuni mortali, spesso invasi da miti e leggende riguardanti le profezie Maya sul 2012, tendono a focalizzare la loro attenzione sui fenomeni mediatici attuali credendo che siano trovate sempre nuove e dimenticando o ignorando che invece le profezie sul futuro dell’umanità hanno sempre accompagnato la storia dell’uomo sin dagli albori.
San Malachia, infatti, non è un personaggio uscito da un mito popolare, ma bensì un arcivescovo e abate irlandese titolare dell’arcidiocesi di Armagh, vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo. Tale personaggio è noto, oltre per il compimento di diversi miracoli, per essere stato ai suoi tempi un grande profeta.
Nel 1590 fu infatti ritrovato presso la biblioteca di Chiaravalle un testo pubblicato dal monaco benedettino, Arnold Wion, chiamato “Lignum Vitae”. All’interno del testo è presente una lista che Wyon attribuisce a San Malachia e che compone la famosa “Profezia dei Papi” composta dal santo intorno al 1140 e riguardante l’indicazione in sequenza di eventi e successioni papali fino alla fatidica distruzione della Chiesa di Roma.
La Profezia si compone di 112 frasi brevi in latino e descrive la successione di tutti papi (e relativi antipapi) partendo da Celestino II (1143) fino ad arrivare ad un certo Petrus Romanus che sarà l’ultimo dei papi e porrà fine alla Chiesa di Roma.
La frase tradotta dal latino recita infatti cosi:
“Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia“.
La caratteristica delle profezie di Malachia è che queste si riferiscono ai luoghi di provenienza dei pontefici, a caratteristiche dei loro pontificati e agli stemmi di famiglia. L’identificazione con le reali successioni papali infatti, è venuta sorprendentemente naturale. “Ex Castro Tiberi“, ad esempio, fu il primo motto, coniato dal frate irlandese per designare il suo primo Papa predetto, ovvero Papa Celestino II (1143-1144), la profezia, quantomeno a posteriori, si rivela facilmente decodificabile, poiché traducendo dal latino, abbiamo Castello del Tevere e, infatti, il Pontefice nacque a Città di Castello (Umbria), un piccolo villaggio sulle sponde del fiume Tevere.
Altre previsioni, se possibile sono ancora di più facile identificazione, si pensi al motto utilizzato“Lilium e Rosa” (Il giglio e la rosa) per indicare Papa Urbano VIII (1623-1644), indicante la città di nascita del nuovo Papa, ovvero Firenze, il cui simbolo è il giglio. Inoltre, un giglio ed una rosa sarebbero state parti dello stemma di Maffeo Barberini (nell’immagine sotto in un ritratto del Caravaggio).
Vediamo, inoltre, le presunte descrizioni per i Pontefici più vicini a noi:
Sono molto contraddittorie invece, le interpretazioni su chi possa essere il temuto Pietro il Romano: secondo i calcoli derivati dal conteggio, l’ultimo papa sarebbe proprio Benedetto XVI, ma la tesi contraddittoria sostiene che la tradizione papale non permette ai pontefici di assumere il nome di Pietro. La coincidenza vuole però che la figura di Pietro il Romano coincida, invece, con quella dell’attuale camerlengo Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese.
Ma allora qual’ è la verità? Purtroppo non possiamo saperlo, lo studio del testo di Malachia è ancora aperto e le teorie che ne contestano l’autenticità sono molte. Solo il tempo potrà fornirci le giuste risposte.
– precedenti puntate: 1) Nostradamus