Caso Huawei, dopo il bando statunitense, l’azienda lancerà un sistema operativo autonomo: “Siamo stati costretti”
Dopo che è stato annunciato il bando Usa nei confronti del colosso Huawei, l’azienda cinese sta cercando di correre in tutti i modi ai ripari.
L’amministrazione Trump ha inserito Huawei, con altre sue 70 affiliate, nella black list delle aziende che sarebbero coinvolte in attività rischiose per la sicurezza nazionale. La conseguenza?
Le aziende statunitensi non potranno più rifornire quella cinese. La decisione era stata annunciata dal ministro del Commercio americano, Wilbur Ross: “Il bando impedirà che la tecnologia americana sia utilizzata per minare la sicurezza nazionale Usa o gli interessi della politica estera“.
Il primo a tagliare i ponti con il colosso cinese è stato Google che, per ottemperare a quanto deciso dal Governo, ha deciso di sospendere gli aggiornamenti Android, sistema operativo di cui si servono tutte le tecnologie Huawei. A seguire la mossa del motore di ricerca più importante del mondo è stata anche la grande produttrice americana di chip e microchip che ha scelto di bloccare le forniture.
Sembrava che anche l’azienda giapponese Panasonic seguisse la scia americana, il suo portavoce Joe Flynn aveva dichiarato all’Afp: “Abbiamo interrotto tutto il business con Huawei e le sue affiliate oggetto del bando statunitense“. Poi, però, dopo qualche ora è arrivata la smentita attraverso la pagina ufficiale dell’impresa sul social network cinese Weibo, secondo cui si tratterebbe soltanto di notizie false. Se Panasonic ha fatto un passo indietro, non è accaduto lo stesso per Google.
Motivo per cui Huawei ha dichiarato che presto lancerà un sistema operativo autonomo. Dovrebbe uscire in autunno o entro la primavera del 2020, sarebbe questa la soluzione per non cadere a picco, dopo l’embargo di Google.
“Noi possiamo continuare a usare i software di Google e Microsoft, ma purtroppo non abbiamo altra scelta“, queste le parole di Richart Yu, che sta a capo della divisione business. Secondo il Global Times, Huawei da tempo pensava di diventare indipendente e il bando statunitense avrebbe solo accelerato le cose. Intanto il colosso cinese assicura che il loro sistema operativo sarà compatibile con smartphone, computer, tablet, automobili, tv e altre applicazioni Android. Una comunicazione d’obbligo per tranquillizzare soprattutto i clienti.
Com’era prevedibile la Cina non ha visto di buon occhio la drastica decisione dell’amministrazione Trump. Il ministro degli Esteri, Wang Yi ha parlato di molestie economiche: “Il comportamento degli Stati Uniti che hanno deciso di esercitare arbitrariamente pressioni su una società privata cinese è una molestia economica. La Cina combatterà fino alla fine“. La situazione tra i due paesi in questo momento è molto precaria ed è osservata con molta preoccupazione dagli altri stati.