Un’immensa distesa di pomice si sta spostando verso l’Oceano Pacifico, in direzione dell’Australia. A scoprirla è stato un gruppo di marinai il 9 agosto scorso, a bordo del catamarano ROAM (con cui i marinai australiani si stavano dirigendo verso l’arcipelago di Vanuatu). Secondo quanto affermato dagli scienziati, la pietra pomice potrebbe avere un effetto positivo per la Grande barriera corallina. Nello specifico, la pomice garantirebbe il parziale se non completo recupero dei coralli, il 50 per cento dei quali è andato perduto a causa dei cambiamenti climatici.
Effetto positivo sui coralli della Grande barriera corallina
A pronunciarsi in maniera positiva sui possibili effetti curativi della pietra pomice per la Grande barriera corallina è stato lo scienziato australiano Scott Bryan, che insegna all’Università del Queensland (con specializzazione in geochimica e geologia). Secondo Bryan, la distesa di pomice galleggiante che si sta dirigendo verso l’Australia dovrebbe avere un effetto positivo sui vari microrganismi della barriera corallina, messi a dura prova negli ultimi anni per le conseguenze del cambiamento climatico in corso. Bisogna però sottolineare che Scott Bryan ha evidenziato anche un eventuale impatto negativo della pomice sulla vita dei coralli, avanzando un’ipotesi circa la formazione di nuove specie invasive.
Isola galleggiante grande come Manhattan
I marinai australiani che hanno avvistato la pomice nei pressi dell’arcipelago di Vanuatu hanno definito il loro primo incontro come inquietante. Basti pensare, infatti, che la distesa di pomice è grande quanto il quartiere di Manhattan, a testimonianza delle sue dimensioni macroscopiche. Secondo gli esperti, la formazione di questa enorme distesa deriva dall’esplosione di un vulcano sottomarino, non lontano dall’isola di Tonga (Oceano Pacifico). In teoria, per raggiungere l’Australia ci vorranno ancora altri 7-10 mesi.