Internet funziona grazie ad un‘infrastruttura fisica fatta di migliaia di cavi, router, interruttori e altri strumenti che permettono al traffico di arrivare in ogni parte del mondo, con un consumo energetico inimmaginabile. Secondo uno studio, internet è responsabile di un consumo energetico globale pari al 7% circa, con una “fame energetica” in crescita costante.
La quantità di dati che gira aumenta sempre di più e di conseguenza cresce anche il consumo di energia necessario ad alimentarla. Si stima che internet possa arrivare a consumare un quinto di tutta l’energia del mondo intorno al 2030. In altre parole, internet non è sostenibile a livello ecologico ed il suo impatto climatico non va sottovalutato. Ironia della sorte, i cambiamenti climatici rischiano di danneggiare la stessa infrastruttura di internet perché ad esempio il livello dei mari in aumento rischia di sommergere cavi e centraline.
Uno dei modi per uscire da questa situazione è sfruttare le energie rinnovabili. Apple ha annunciato di alimentarsi totalmente attraverso energie rinnovabili. I colossi del settore hanno creato un piano verso il “carbon-free” entro pochi anni. A parte queste iniziative, però, servono azioni reali per limitare l’impatto di internet sul riscaldamento globale. Una soluzione potrebbe essere quella di realizzare data center in luoghi freddi, dove può essere sfruttata energia idroelettrica e serve meno aria condizionata.
Sfruttare le energie rinnovabili, rendere più efficienti i centri e ridurre la quantità di dati (spesso inutili) trasmessi costantemente influisce sul consumo di internet. Ma questi propositi si inseriscono in un quadro dove sembra che internet diventi presto padrone di tutto, in un futuro dove si progettano cose connesse l’una con l’altra ad altissima velocità con un traffico dati che non farà che aumentare. Forse la cosa davvero utile è che gli stessi utenti si rendano conto dell’impatto ambientale che la rete ha e che magari in prima persona si impegnino a ridurre il consumo dei dati.