Donald Tusk, Presidente del Consiglio europeo, ha confermato di aver ricevuto dal governo del Regno Unito la richiesta di estensione della Brexit valida fino al prossimo 31 gennaio 2020. La lettera non è stata firmata da Boris Johnson, in quanto il primo ministro inglese è contrario all’emendamento promosso nel corso dell’ultima seduta parlamentare a Westminster, che ha ricevuto 322 voti favorevoli contro i 306 contrari. Ancora una volta, a remare contro il premier britannico è stata la fronda interna al partito dei Tory.
Boris Johnson costretto a chiedere la proroga
Nel recente passato, il primo ministro Boris Johnson ha spesso ripetuto che la Gran Bretagna uscirà dall’Unione europea entro il 31 ottobre, con o senza accordo. La mossa orchestrata da sir Oliver Letwin (espulso da Johnson dai Tory per le sue posizioni contrarie rispetto alla linea di governo) ha però cambiato i piani del premier, che si è visto costretto a inviare una lettera a Donald Tusk con la richiesta di una proroga sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
L’emendamento di sir Oliver Letwin
L’emendamento votato dal Parlamento inglese prevede che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea soltanto dopo l’approvazione delle norme tecniche che disciplineranno la Brexit effettiva. Ciò significa che sir Oliver Letwin non è in realtà contrario all’accordo siglato da Johnson con l‘Unione europea, ma allo stesso tempo vuole assicurarsi che il no deal non torni a essere un’opzione sul tavolo qualora ci siano dei problemi sull’accettazione della legislazione. Hanno votato a favore dell’emendamento non soltanto i Tory dissidenti alla linea dettata da Johnson ma anche tutte le opposizioni, incluso il Dup (partito nazionalista nordirlandsese).