Kobe Bryant è morto nella giornata di ieri a seguito di un incidente in elicottero, partito circa mezz’ora prima dall’aeroporto di Orange County, a Los Angeles. Il veivolo si è schiantato in una zona remota di Kalabasas, a ovest della città che lo aveva adottato negli ultimi due decenni. Tra le nove vittime dell’incidente figura anche Gianna Bryant, la figlia 13enne di Kobe, astro nascente della pallacanestro femminile statunitense. Secondo quanto riportato dalle prime agenzie stampa, l’elicottero era diretto a Thousands Oaks, dove la piccola Gianna avrebbe dovuto giocare un incontro della Mamba Cup organizzato dalla Mamba Sport Academy, l’accademia sportiva fondata da Kobe dopo il suo ritiro dall’attività agonistica.
Nebbia probabile causa dell’incidente
Al momento, la nebbia è la causa più probabile dell’incidente che è costato la vita a Kobe Bryant e altre 8 persone, tra cui la figlia Gianna. È quanto emerge dalle prime indiscrezioni riportate dallo sceriffo della contea di Los Angeles, riportate qui in Italia dal giornalista sportivo Davide Chinellato per la Gazzetta dello Sport. A causa della nebbia molto bassa nella giornata di domenica mattina (quando qui in Italia era già pomeriggio), la polizia di Los Angeles aveva lasciato a terra i propri veivoli per prudenza.
Le reazioni
Alla morte improvvisa di Kobe Bryant, uno dei cestisti più forti di sempre insieme a Michael Jordan, sono arrivati messaggi di profondo cordoglio da parte di politici e sportivi. Barack Obama l’ha definito leggenda sul campo, mentre Marco Belinelli e Danilo Gallinari riescono a stento a credere alla notizia, sottolineando come per loro fosse un mito. Senza parole anche Usain Bolt, il Milan (squadra per cui Kobe Bryant faceva il tifo) e Federica Pellegrini.