A sorpresa, Giuseppe Conte ha fatto visita ieri sera per la prima volta a Milano, Bergamo e Brescia, laddove il coronavirus ha mietuto il maggior numero di vittime dall’inizio dell’emergenza. La visita del premier Conte è terminata intorno alle tre di notte, dopo aver lasciato la prefettura di Brescia raggiunta due ore prima, dopo essere stato a Milano e Bergamo. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato di non essersi presentato durante il periodo più difficile per non essere d’intralcio al lavoro della Protezione Civile e degli altri professionisti.
Conte: “Rifarei tutto uguale”
Nelle scorse settimane diverse testate giornalistiche hanno riportato il malcontento di sindaci e cittadini delle province di Milano, Bergamo e Brescia per come è stata affrontata la situazione di emergenza nei loro territori. Giuseppe Conte ci ha tenuto però a precisare che se potesse tornare indietro rifarebbe tutto uguale a prima, pur comprendendo i sentimenti dell’opinione pubblica. Il premier ha ribadito come la linea guida seguita dal governo sia stata quella di contenere la curva del contagio, ascoltando le indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico (Cts). Inoltre, Conte ha dichiarato quanto sia importante in un momento così delicato seguire un piano organizzato, al fine di minimizzare qualsiasi potenziale rischio di ripresa del virus.
L’apertura del premier nei confronti della Cei
A seguito delle polemiche divampate nelle ultime ore in relazione alla decisione di impedire le messe anche all’inizio della fase 2, Giuseppe Conte ha voluto lanciare un segnale di apertura alla Cei (Conferenza episcopale italiana), lamentatasi del fatto che il governo violasse il principio costituzionale della libertà di culto. Stando alle parole del Presidente del Consiglio, nei prossimi giorni il governo concorderà insieme alla Cei un protocollo di sicurezza con l’obiettivo di garantire a tutti i fedeli la possibilità di tornare a messa.