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L’importanza della prevenzione, anche in questa fase di pandemia, per la cura del glaucoma

Com’é noto, il glaucoma è una patologia oculare consistente in un progressivo aumento della pressione dell’occhio che, se non viene individuata precocemente né adeguatamente curata, può portare alla cecità.

Si tratta di uno dei disturbi più comuni nel settore dell’oftalmologia, che colpisce soprattutto (ma non sempre) i soggetti anziani; esiste infatti anche una forma di glaucoma giovanile, con insorgenza durante il periodo adolescenziale.

Anche quest’anno si svolge la settimana del glaucoma, il cui intento è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo disturbo, spesso sottovalutato in quanto non facilmente diagnosticabile.

Infatti nelle sue fasi iniziali, la malattia è del tutto asintomatica, e soltanto quando lo stadio di progressione è piuttosto avanzato, il paziente incomincia ad avvertire qualche segnale.

L’Unione Italiana Ipovedenti e Ciechi da anni si impegna in campagne di sensibilizzazione sul problema, in particolare in questo periodo durante cui ormai da mesi non viene effettuato nessuno screening.

A Enna è in atto una campagna di prevenzione che si svolge dall’8 al 14 marzo di quest’anno, che prevede un controllo gratuito della vista, comprendente anche il test tonometrico, ritenuto discriminante per la diagnosi.

Anche l’associazione UICI piemontese ha deciso di organizzare un interessante seminario on-line per analizzare e divulgare i principali accorgimenti che devono venire adottati per un’adeguata prevenzione.

Pur trattandosi di una patologia silente di notevole gravità, è comunque possibile prevenirla con mezzi mirati, soltanto in seguito a una campagna informativa “ad hoc”.

Nel mondo sono oltre 64 milioni le persone affette da glaucoma, che in Italia raggiungono il considerevole valore di un milione, di cui però soltanto il 30% è a conoscenza della propria condizione patologica.

Trattandosi di una malattia cronica e degenerativa, è indispensabile tenerla sotto controllo, per evitare che si aggravi nel tempo, portando alla cecità.
Soltanto sottoponendosi a visite oculistiche regolari, anche in assenza di sintomi, è possibile diagnosticare il disturbo nelle fasi iniziali, quando cioé è ancora utile curarsi.

La terapia farmacologica, stabilita dell’oculista, solitamente prevede l’impiego di colliri, da applicare regolarmente 1 oppure 2 volte al giorno, per tutta la vita.