Cominciò tutto il giorno di Natale del 2009, quando il nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab tentò di farsi esplodere sull’aereo che da Amsterdam si dirigeva verso Detroit: nonostante il padre del giovane africano (23 anni) avesse allertato l’ambasciata USA in Nigeria, l’allarme non fu valutato nella giusta misura, anche perché il TIDE (Terrorist Identities Datamart Enrironment), la banca dati degli Stati Uniti d’America contenente i nomi di oltre 500.000 possibili terroristi, non includeva il nome dell’attentatore.
Si rendeva necessario, quindi, acquisire una quantità di dati decisamente molto maggiore; pertanto, fu deciso di accumulare i nominativi di milioni di persone, fossero esse residenti o, più semplicemente, transitanti nel territorio nordamericano, compresi, quindi, americani che ospitano stranieri, studenti universitari e tante altre categorie di persone. Il fine era quello di esaminare comportamenti compatibili con quelli di potenziali terroristi, allo scopo di snidare eventuali malintenzionati. I dati sono raccolti dal «National Counterterrorism Center» -Centro nazionale per il controterrorismo- e vengono conservati fino ad un massimo di 5 anni.
Una puntigliosa inchiesta condotta dal Wall Street Journal ha costretto, in nome del Freedom of Information Act, la Homeland Security, che altro non è che il Ministero per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti, a rendere pubblici i propri atti – e quindi l’esistenza della nuova banca dati – proiettando un’ombra piuttosto inquietante sull’amministrazione Obama. E a poco è servita l’assicurazione, da parte della Direzione nazionale del servizio, che “l’uso delle informazioni avviene in maniera appropriata nel rispetto della tutela dei diritti dei singoli”; infatti, le misure utilizzate entrano in palese contrasto con il IV emendamento della Costituzione USA, che stabilisce che non possono essere effettuate indagini “in assenza della probabilità che un crimine sia stato commesso”.
Inutile dire che i legali dell’amministrazione Obama hanno respinto ogni accusa, tant’è vero che questa mastodontica banca dati, contenente dati ed informazioni di milioni di cittadini incensurati, americani e non, è pienamente operativa.