Teorie complottistiche, storie di fantascienza o realtà: che sia speculazione mediatica o verità fondata, l’argomento risulta essere delicato.
Le scie chimiche che spesso si vedono rigare i nostri cieli, sono diventate, ormai da molti anni, oggetto di studi scientifici per individuarne le potenzialità dannose. C’è chi, di contro, cerca di insabbiare scoperte o affermazioni scomode che porterebbero ad allarmare le popolazioni di tutto il mondo. Fenomeno senza controllo, almeno apparente, è presente nei cieli di ogni Nazione (recentemente una raccolta firma a Torino, così come molte le interrogazioni parlamentari nel nostro Paese). A sollevare, nuovamente, la questione, una voce autorevole del panorama scientifico americano.
Il Professor Russell L. Blaylock, medico chirurgo e docente presso il Dipartimento di Biologia del Belhaven College, ha divulgato, circa un anno fa, sul sito dell’ente no profit National Health Federation, di cui è membro, un articolo dai toni allarmanti. Conosciuto a livello internazionale per le sue numerose battaglie, tra cui quella contro gli OGM, è membro di diverse associazioni mediche e componente del consiglio editoriale del Journal of American Physicians and Surgeons e la sua opinione risulta essere qualificata e competente.
Dopo un iniziale scetticismo, il dottor Blaylock ha sentito l’esigenza di pubblicare una lettera in cui manifestare le proprie preoccupazioni, rivolgendo un appello ai Politici. Ad essi chiede di porre rimedio ad una situazione che, se non fermata in tempo, potrebbe risultare irreversibile. Il punto di non ritorno potrebbe essere rappresentato dalla massiccia presenza nelle falde acquifere, nel terreno e nella vegetazione, di sostanza nocive come l’alluminio. Studi hanno dimostrato che le scie incriminate, sono costituite proprio da particelle di questo composto presenti in misura nanometrica. Le infinitesimali proporzioni di questo minerale, lo renderebbero maggiormente assorbibile.
[ai_ads]
Esso può essere introdotto, con più facilità, nel sistema neuronale di ogni individuo tramite le vie respiratorie, diffondendosi attraverso il sangue e i vasi olfattivi. L’estrema esposizione, dovuta alla distribuzione, volontaria o meno, di particelle di alluminio, sta contribuendo, secondo il neurochirurgo americano, a un incremento di malattie neurodegenerative del cervello. Alzhaimer, Parkinson e S.L.A. sono le più diffuse. Ad essere colpiti soprattutto gli anziani ma anche adulti e bambini non ne sono immuni. Nei più piccoli, categoria fortemente a rischio, l’assorbimento di questa sostanza, comporterebbe gravi disturbi nello sviluppo neurologico, compromettendone la crescita.
Le nanoparticelle sono da considerarsi maggiormente reattive e per questo motivo causano infiammazioni più intense e persistenti nei diversi tessuti colpiti, non solo cerebrali e midollari, ma anche gastro-intestinali e polmonari. In quest’ultimo caso si avrà un aumento delle malattie respiratorie e asmatiche. Inutile sottolineare come il quadro profilato dalle parole di Blaylock non risulta essere incoraggiante.