Esiste una teoria che da qualche anno tiene banco nei corridoi dei palazzi del potere nell’America Latina e che, se fosse verificata, creerebbe un caso di portata mondiale, di difficile gestione.
Secondo alcune teorie, la CIA, fin dalla sua costituzione nel lontano 1947, avrebbe intrapreso studi assolutamente top secret volti a studiare gli effetti della sifilide e della gonorrea e per farlo avrebbero infettato volutamente migliaia di persone in Guatemala; questo è solo un esempio dei tanti casi di studi su epidemie e batteri infettivi presumibilmente svolti dalla CIA e quindi anche la presunta colpevolezza sui tanti casi di tumore che hanno colpito i presidenti del Sud America potrebbe essere fondata.
Le prime accuse agli Americani sono state mosse da Hugo Chavez, che proprio poche settimane fa ha perso la vita a causa di una grave forma di tumore che lo aveva colpito e che nemmeno dopo lunghe ed estenuanti cure è riuscito a combattere e a sconfiggere; fu lui che, ormai tanti anni fa, insinuò il primo dubbio, parlando di una strana epidemia di casi di malattie cancerogene che aveva colpito molti dei presidenti dell’America Latina in pochi anni, definendo questo strano fenomeno decisamente allarmante, soprattutto se si va a fondo sulle tipologie di autorità colpite, appartenenti tutti alla frangia politica tendente a Sinistra, che hanno come obiettivo prefissato ormai da decenni, la totale indipendenza dell’America del Sud dagli Stati Uniti, con conseguente accelerazione dei processi di integrazione e di autonomia; e pare proprio che Chavez si rivolgesse proprio agli Stati Uniti e al loro strapotere, quando durante un suo discorso affermò che certe potenze industriali ed economiche sarebbero capace di azioni lecite e illecite pur di perseguire i loro fini.
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Tra i Capi di Stati colpiti da tumore, oltre a Chavez si annoverano Lula e Rouseff che sono stati al potere in Brasile, il paraguayano Lugo e Cristina Ferndandez, volto presidenziale storico per l’Argentina.
Ovviamente la Casa Bianca non è stata a guardare e ha immediatamente ammonito Chavez per le dure parole spese contro gli Stati Uniti, che hanno interpretato le parole le leader venezuelano come una forte accusa di essersi serviti di armi batteriologiche per causare le malattie cancerogene; ma essendo Chavez una persona dotata di grande astuzia, ha difeso la sua libertà d’espressione e di libero pensiero, affermando di non aver mai mosso accuse in quel senso, ma di aver semplicemente espresso i suoi dubbi circa una serie di fattispecie che sembrano colpire in modo mirato esponenti di una corrente di pensiero che non favorisce i grandi imperi commerciali, che come lui, hanno sempre condotto una vita sana ricca di sport e di attività salutari.
Nonostante la questione pareva essere stata messa a tacere da un autorevole medico venezuelano, che affermò la ‘colpevolezza’ dei presidenti vittime di tumore, che non avrebbero assecondato i bioritmi naturali del loro corpo, vivendo quindi in costanti situazioni di stress che avrebbero favorito lo sviluppo delle malattie.
Ma il dubbio sollevato da Chavez non è passato inosservato alla comunità scientifica politica internazionale, che sta valutano i possibili collegamenti tra gli episodi, avendo anche la conoscenza degli studi approfonditi della CIA in questo ambito; tuttavia le possibilità che un dossier di questo tipo venga un giorno pubblicato sono molto remote, anche perché gli studiosi più volenterosi e favorevoli a una larga diffusione di determinate informazioni, sono decedute in circostanze mai chiarite.