Tra i vari trattati europei, uno dei più recenti e meno conosciuti (ratificato anche dal nostro Parlamento 3 anni fa) è quello firmato a Velsen (Olanda) nel 2007 da Spagna, Paesi Bassi, Francia e Italia e, nel 2008, dalla Romania. Sarà poi il 14 maggio 2010 che i Deputati della Camera ratificheranno il trattato con una maggioranza bulgara, 442 votanti, un’astenuto su 443. Qualche giorno appresso idem con patate in Senato, dove l’accordo passerà all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia, con una successiva disposizione di ratifica n° 84 che impatterà fortemente sull’Arma dei Carabinieri che confluirà in parte nella Polizia di Stato e per la restante verrà degradata a forza d’azione locale di seconda fascia.
Il carattere e l’importanza di questo trattato non riguarda le questioni economiche dell’Eurozona né le dinamiche di funzionamento delle istituzioni europee ma concerne, invece, l’istituzione di una “forza di gendarmeria europea“, l’Eurogendfor: quest’ultima è composta dalle forze di polizia nazionali (per il nostro paese sono stati scelti i Carabinieri, con una sede allocata presso la caserma “Generale Chinotto” di Vicenza) ed è diretta da un “Comitato Interministeriale” formato dai Ministri degli Esteri e della Difesa delle nazioni firmatarie (“Cimin”). Tra le sue mansioni primeggia il compito di svolgere missioni umanitarie e di peacekeeping in “teatri destabilizzati” (ad es. nel 2007 in Bosnia-Herzegovina, nel 2009 in Afghanistan, nel 2010 ad Haiti) per conto di diverse entità internazionali tra cui figurano non solo l’Unione Europea ma anche le Nazioni Unite, la Nato, l’OSCE e diverse “coalizioni ad hoc”. Niente di male, quindi. Il problema, tuttavia, sopraggiunge se si considerano altri particolari significativi.
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Innanzitutto un altro dei compiti dell’Eurogendfor è quello di “affiancare o sostituire” le forze di polizia locali in:
“missioni volte a ripristinare l’ordine pubblico”
(un po’ come sarebbe potuto accadere in occasione degli scontri di piazza avvenuti ad Atene nell’Ottobre del 2011). Altri particolari destinati a far riflettere, infine, riguardano alcune norme statutarie di questa forza di polizia: i suoi archivi, locali ed edifici sono “inviolabili” (art. 21), le sue comunicazioni “non sono intercettabili” (art.23), i suoi capitali e le sue proprietà sono immuni dai “provvedimenti esecutivi” emessi da parte delle autorità giudiziarie locali (art.22) e, soprattuttto, gli art.28 e 29 stabiliscono che nessun processo o risarcimento possa essere comminato per danni commessi dai suoi agenti, se coinvolti nello svolgimento di operazioni inerenti la forza in questione.
Al di là delle più torve teorie complottiste e di chi, al contrario, vi vede la solita bufala, parlando anche dell’esiguità di un corpo che, ad oggi, conta solo un migliaio di effettivi, le perplessità che aleggiano sulla vicenda restano molte. Il perchè i mass media abbiano taciuto del tutto la formazione e l’attività di questo nuovo organo ( qualcuno ha mai visto un servizio giornalistico sull’ Eurogendfor in azione in Bosnia o ad Haiti?) , il fatto che questo nuova forza d’ordine possa sostituire l’Arma dei Carabinieri e che , spesso, gli stessi ne ignorino l’esistenza appare un’altra anomalia evidente ,. ma soprattutto, come recita l’art. 29, leggere che i gendarmi siano immuni da qualsiasi processo e provvedimento per l’operato svolto nel corso delle proprie funzioni dalla giustizia non può che far correre i brividi lungo la schiena…