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In genere, quando si parla di veggenti, si tende sempre a pensare a personaggi del calibro di Nostradamus, Malachia e Rasputin e non potrebbe essere altrimenti: non molti in effetti conoscono il “Ragno nero“.
Questo personaggio, il cui vero nome è ignoto, era un monaco cistercense vissuto all’epoca di Alberto V di Wittelsbach (duca di Baviera) e finito nel dimenticatoio sino al XVIII secolo quando furono ritrovate le sue profezie firmate, appunto, con inchiostro nero e con un segno stilizzato che ricordava un grosso ragno. Le profezie in questione avevano due caratteristiche salienti. Innanzitutto erano strutturate secondo uno schema che accostava una data ad una previsione scritta in prosa dove l’uso di metafore offriva facili spunti di identificazione (ad es. la terra di Pietro indicava l’Italia, gli uomini pipistrello erano gli astronauti, il grande ombelico era la Comunità Europea). L’altra caratteristica dei vaticini consisteva nel fatto che, il più delle volte, riguardavano eventi per noi trascorsi ma poi verificati puntualmente. A tal proposito, il Ragno Nero avrebbe previsto nel 1879 la Rivoluzione Francese, nel 1821 la morte di Napoleone, nel 1914 lo scatenarsi del primo conflitto mondiale e non avrebbe trascurato neanche l’ascesa di Mussolini nel 1924 e la fine di Hitler: in merito a quest’evento la tradizione vuole che – negli anni ’30 – Ludwig Birzer (esperto esoterista del Reich) abbia tradotto e camuffato diverse profezie di questo monaco nelle quali si affermava che la Germania avrebbe iniziato il secondo conflitto mondiale ma che lo avrebbe perso se avesse cominciato le ostilità prima del ’43 (la Germania. tentando la guerra lampo, invase la Polonia nel ’39). Da non dimenticare, poi, le previsione piuttosto recenti sulla morte di un Papa (1963, Giovanni XXIII) e sull’avvento di un Papa straniero (1980, il polacco Giovanni Paolo II) proprio da quell’est nel quale sarebbe dovuto nascere il nuovo Cristianesimo fondato sugli stessi valori che lo avevano sostenuto 2000 anni prima.
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A parte questi fatti, già accaduti e quindi confermati, le previsioni destinate a far ancora parlare di sé riguardano l’avvento dell’Anticristo e la nascita di una nuova umanità. Il primo evento sarà preceduto da segnali quali una carestia che tramuterà le messi in cenere (“la terra non darà più grano”) e un sovvertimento dell’ordine costituito (“le pecore siederanno a tavola e il pastore pascolerà nel prato“): a quel punto si paleserà il “Principe nero” contro cui non basterà nemmeno l’unione di tutte le religioni del mondo. Ad un certo punto e a causa di un nuovo “Giuda”, anche il suo tempo finirà e scompariranno anche coloro che non hanno saputo vivere senza ricchezze e potere: per gli uomini si aprirà la possibilità di un nuovo Paradiso se procederanno, con dolore, ad una purificazione che li porterà, nel corso del tempo, a vivere in armonia con la natura. Un Paradiso, questo, che non sarà eterno: gli uomini, riprecipiteranno nei loro vizi atavici e periranno, intorno al 3017, per una “pioggia di stelle” che porterà a compimento la loro parabola esistenziale.