Boston e 11 Settembre previste nel ’82 dalle Carte degli Illuminati. Cosa ci nascondono? (parte 4)
Già pubblicati:
- Boston e 11 Settembre previste nel ’82 dalle Carte degli Illuminati. Cosa ci nascondono? (parte 1 ) vedi http://www.befan.it/boston-e-11-settembre-previste-nel-82-dalle-carte-degli-illuminati-cosa-ci-nascondono-parte-1/
- Boston e 11 Settembre previste nel ’82 dalle Carte degli Illuminati. Cosa ci nascondono? (parte 2 ) vedi http://www.befan.it/boston-e-11-settembre-previste-nel-82-dalle-carte-degli-illuminati-cosa-ci-nascondono-parte-2/
- Boston e 11 Settembre previste nel ’82 dalle Carte degli Illuminati. Cosa ci nascondono? (parte 3 ) vedi http://www.befan.it/boston-e-11-settembre-previste-nel-82-dalle-carte-degli-illuminati-cosa-ci-nascondono-parte-3/
Al di là di queste ed altre suggestioni messe in campo attorno alle “Carte degli illuminati” dai teorici della Cospirazione, è molto probabile che il gioco fosse una chiave di lettura di eventi, per l’epoca, contemporanei: in quegli anni eravamo in pieno clima da guerra fredda quando Reagan si insediò alla Casa Bianca (1981) e quando partì l’embargo degli Stati Uniti nei confronti della Libia (1982).
Nel 1995, quando uscì l’edizione del gioco “Il Nuovo Ordine Mondiale” (con tanto di carte), lo scenario era cambiato e l’URSS si era disciolta ma questo non fece altro che acuire il clima di tensione nelle masse. Se prima vi era un nemico identificabile ed il tema poteva essere quello delle spie, successivamente è nata la questione del nemico invisibile, del nemico dormiente, magari in casa: nel 1993, per esempio, si è avuto uno dei primi suggestivi attentati agli Usa con un ordigno piazzato nel World Trade Center di New York e quindi il salto logico al tema delle cospirazioni è stato un passo piuttosto breve in quegli anni.
Insomma, secondo quest’ipotesi, il gioco di Jackson avrebbe semplicemente analizzato una realtà esistente e avrebbe captato timori e speranze di quel comune sentire che in Jung andava sotto il nome di “Inconscio collettivo”.
Altra ipotesi plausibile fatta sul gioco in questione consiste nel fatto che quest’ultimo intendesse essere una riflessione ironica sulle teorie complottiste che iniziavano a diffondersi già dagli anni ’80.
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Una riflessione che, al di là di tutto, dovette risultare molto verosimile se attirò l’attenzione anche degli 007 statunitensi. Nel 1990, infatti, un’equipe di agenti segreti, con consulenti della polizia di Austin, fece irruzione negli uffici della “Steve Jackson Games” per sequestrare computer, stampanti laser e documenti con la scusa, poi invalidata, di dover indagare su alcuni illeciti legati al mondo dell’hacking. L’azienda riuscì a far valere in tribunale le sue ragioni ma sfiorò la bancarotta visto che le venne comunque comminata una multa di multa di 50.000 $ più l’obbligo di pagare delle spese legali per un valore di 250.000 $ totali. Che qualcuno avesse temuto davvero il possesso da parte della “Steve Jackson Games” di informazioni altamente riservate?