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Nella notte del 2 Giugno 1981, alle tre del mattino, Rino Gaetano, il famoso cantante, finisce contro un camion sulla Nomentana, a Roma.
Il cantautore, solo in auto, subisce diverse fratture alla fronte ed una alla base cranica.
Portato d’urgenza al Policlinico, vi morirà alle sei dello stesso giorno, dopo che i medici avranno cercato, inutilmente, per ore, di trasferirlo in un ospedale dotato di reparto di traumatologia cranica.
Oggi, quello che sembrava un “incidente d’auto“, viene messo in discussione da una tesi che vedrebbe, dietro la morte dell’istrionico cantautoore, la mano di una loggia massonica deviata, che lo avrebbe visto dapprima fra gli adepti e poi dissociato.
Tale tesi, viene sostenuta in un libro di prossima pubblicazione “Rino Gaetano, assassinio di un cantautore“.
Lo scrittore di questo libro è un avvocato, disc-jockey per diletto, ex sindaco di Agropoli(SA): Bruno Mautone.
L’avvocato, dopo aver per due anni studiato carte, documenti e tutti i testi delle canzoni del cantautore calabrese, sarebbe giunto alla conclusione che Rino Gaetano, avrebbe inserito nelle rime delle sue composizioni, “invettive” molto chiare contro i protagonisti della cronaca giudiziaria italiana di quei tempi.
In una intervista, l’avvocato Mautone, dichiara che le “allusioni” di Gaetano, a partire dall’omicidio di Wilma Montesi, passando per lo scandalo Lockheed e la tragica fine di Michele Sindona e di Enrico Mattei, sono tutte evidenti “attacchi” alla massoneria deviata, nascosti nelle “metafore” dei versi.
E proprio questi “attacchi” avrebbero decretato la sentenza di morte per il cantante, da parte dei Massoni.
Anzi, ribadisce l’avvocato, lo stesso Rino Gaetano, aveva predetto la sua fine drammatica nella canzone “La ballata di Renzo“, del 1972.
Bruno Mautone, prosegue dichiarando che è giunto a queste conclusioni analizzando parola per parola ogni singolo brano.
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Inizia citando, per esempio, almeno in un paio di testi, dove il cantautore, fa dell’ironia sui giudici che sentenziarono la morte di Wilma Montesi come “sincope da pediluvio“.
Invece, Rino Gaetano, secondo l’avvocato, nella sua canzone “Io ci sto“, imputa la morte della ragazza, ad un omicidio compiuto da Piero Piccioni, figlio dell’allora ministro DC Attilio, con il coinvolgimento della “Roma bene” di allora.
L’avvocato, prosegue parlando della canzone “ Mio fratello è figlio unico” a dimostrazione del distacco dalla Massoneria da parte del cantante(perché nell’ambiente massonico si è tutti “fratelli“) e, non da meno, cita anche la famosissima “ E Berta filava“.
In quest’ultima canzone, sempre a detta di Mautone, ci sono tutti gli elementi per ritrovare lo scandalo Lockheed, dove “Berta” è il presidente della stessa società, Robert Gross, e Mario e Gino, con i quali Berta filava, sono gli ex Ministri Mario Tanassi e Luigi Gui, coinvolti nello scandalo.
La lista delle citazioni è lunga e l’avvocato, pur essendo fiero del suo lavoro, conclude dicendo che, avendo lavorato tanto di notte, l’unico neo, è che ora si addormenta con difficoltà.