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Un punto interrogativo che da molto tempo è li ad aspettare credibili risposte, risoluzioni ad un quesito al quale nessuno è mai riuscito a fornire una conclusione. Scienza e Religione percorrono percorsi divergenti, così come i sostenitori della vita extraterreste e coloro che, al contrario, si definiscono scettici a priori.
Si parla di un vero e proprio conto alla rovescia che vedrà nei prossimi dieci anni l’avvio di un’operazione mirata alla ricerca di altre forme di vita. Questa visione non è pura fantascienza ma diventa sempre più reale e soprattutto realizzabile; lo sostiene anche uno degli scienziati più quotati del momento, Sara Seager. La stessa afferma, davanti alla commissione Scienza, Spazio e Tecnologia della Camera di Washington, che oggi come non mai, possediamo le competenze per trovare la vita su altri pianeti.
Avendo quindi le potenzialità e la volontà per farlo, la Seager e colleghi hanno cercato di spingere per ottenere finanziamenti economici volti all’acquisto di attrezzature più potenti, in grado di semplificare e dare un apporto decisivo allo studio delle civiltà extraterrestri.
Si parlerebbe proprio di una nuova materia di studio che prende il nome di “Astrobiologia ( o Esobiologia)”; una scienza che andrà ad approfondire non solo la ricerca, ma anche lo studio dell’origine, dell’evoluzione e della distribuzione di forme di vita nello spazio. I feedback da parte della commissione sono stati positivi, anche perché l’Astrobiologia è diventata oggetto di studio applicato anche ad alcuni settori della NASA.
Ecco quindi che le preoccupazioni principali gravitano attorno alla ricerca di tracce biologiche nelle atmosfere di pianeti distanti anni luce dalla Terra. La ricerca e il ritrovamento di ossigeno o di acqua potrebbe rappresentare un fondamentale traguardo per successivi sviluppi.
Gli scienziati confidano in alcuni dati che verranno ricavati dal TESS, un nuova e avanzato telescopio che nel 2017 andrà a sostituire il buon vecchio Kepler, si tratta di una missione assolutamente ambiziosa che si propone di rinvenire pianeti simili al nostro globo terracqueo, soprattutto sul versante relativo all’illuminazione stellare. Nel 2018 è programmato il lancio del JWST (James Webb Space Telescope) che funzionerà come una sorta di integrazione a TESS, andando ad approfondire nel dettaglio lo studio dei pianeti trovati durante la sua attività.
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La Seager e colleghi concludono dicendo che il raggiungimento dell’obiettivo avverrà quando verranno trovate tracce di microorganismi, batteri o altre forme di vita primordiali.