Da poche ore il marchio Fiat appartiene al passato. Dopo che si è tenuta la riunione decisiva, la storica “Fabbrica italiana automobili Torino” ha cessato di esistere e di chiamarsi in questo modo.
Gli azionisti sono stati chiamati ad accettare o declinare la fusione con il colosso Chrysler, ragion per cui da un qualche ora la società fondata 115 anni è stata ribattezzata nella più ricca Fiat Chrysler Automobiles. Fca, per chi ama gli acronimi. La sua sede legale non sarà più in Italia ovviamente, ma in Olanda, mentre il domicilio fiscale sarà spostato nel Regno Unito. Nel corso dell’assemblea decisiva è intervenuto John Elkann, Presidente della Fiat, che ha comunicato a tutti i presenti l’intenzione di continuare sostenere l’azienda torinese anche nel caso in cui la fusione avesse avuto luogo. Entusiasta del progetto è Sergio Marchionne, Amministratore delegato della società, che ha fatto notare come la collaborazione con Chrysler non possa che essere motivo di vanto e di vittoria per la Fiat. L’Ad della storica “Fabbrica” ha poi inteso sgomberare il campo dai malintesi dei giorni scorsi, chiarendo una volta per tutte alla stampa che i vertici dell’azienda non hanno alcuna intenzione di vendere il gruppo Fiat Chrysler Automobiles ai Tedeschi, visto e considerato che:
“Abbiamo impiegato una vita intera – queste le sue parole – per creare questa realtà”.
Le aspettative sono alle stelle. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Marchionne, questa fusione dovrebbe far schizzare a quota 130 miliardi, in soli cinque anni, i ricavi della società. Anche perché, grazie al potere di Chrysler, le automobili prodotte dal gruppo Fca sbarcheranno, da qui a breve, anche in Asia.