Tra pochi giorni, la rivista “Translational Psychiatry” pubblicherà una notizia in grado di rappresentare una rivoluzione nella cura della depressione; si tratta della possibilità di scovare l’esistenza della malattia in un soggetto attraverso le analisi del sangue.
Questa scoperta potrebbe portare ad una completa rivisitazione dei metodi impiegati dagli psichiatri per accertare la sussistenza della malattia.
Attualmente, infatti, la diagnosi viene effettuata dopo che ai pazienti vengono fatti compilare questionari appositi; gli stessi pazienti sono poi sottoposti ad indagini sui sintomi e, solo successivamente, è possibile definire i vari casi.
A rendere possibile questa svolta sono stati dei test effettuati da Eca Redei, membro della Northwestern University Feinberg School of Medicine, che è riuscita ad isolare all’interno del sangue un gruppo di cellule presenti solamente nel sangue di pazienti depressi; in particolare, si tratterebbe di 9 molecole di Rna.
L’esame è stato condotto su 64 soggetti, la metà dei quali malati di depressione.
Da quanto emerso, inoltre, sembrerebbe che le cellule siano in grado di modificarsi se il paziente viene sottoposto a cure; questa informazione potrebbe risultare utile per verificare l’efficacia delle terapie stesse.
Interpellato sulla questione, lo psichiatra Graziano Pinna ha confermato che, se i test effettuati dovessero essere confermati, le possibilità di diagnosi e di cura per i soggetti depressi sarebbero notevolmente maggiori. Considerando che la malattia è in continua crescita (attualmente interessa circa il 7% della popolazione), avere nuovi mezzi attraverso i quali poter intervenire potrebbe finalmente rallentare la sua incidenza. Inoltre, potrebbero esserci degli sviluppi anche nel distinguere la depressione vera e propria da altri disturbi spesso associati alla stessa, come la sindrome bipolare.
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